In qualsiasi stagione è ormai possibile acquistare minirose fiorite. Si trovano ovunque: nei vivai, nelle fiorerie e perfino nei supermercati.
Spesso considerate alla stessa stregua dei fiori da taglio, le minirose vengono portate a casa e tristemente abbandonate al loro destino. Così, nell’arco di qualche settimana muoiono, per poi essere rimpiazzate da qualche altra pianta più giovane.
Come azalee e eriche, anche le minirose dunque possono essere considerate vittime di quel frenetico e miope consumismo che porta a comprare e buttar via grandi quantità di piante, senza considerare il fatto che esse rappresentano vere e proprie creature viventi.
Se curate adeguatamente, le rose di piccole dimensioni possono invece regalare molte soddisfazioni a chi le coltiva sui terrazzi o anche su piccoli balconi.
Le minirose solitamente sono vendute in piccoli contenitori, dai quali emergono grandi quantità di fiori ottenuti con procedimenti di forzatura in serra. È sconsigliabile scegliere esemplari contenuti in vasi piccolissimi, essendo spesso molto forzati e deboli. Meglio scegliere piante un pò più grandicelle, con vasi di diametro non inferiore a una dozzina di centimetri.
La prima regola da seguire è: rinvasarle in un contenitore più grande, scegliendo un terriccio ricco di sostanza organica.
La seconda regola è: metterle all’esterno, in posizione molto soleggiata.
In generale, le esigenze delle minirose sono simili a quelle delle rose da giardino, ovvero esse richiedono: sole, terreno ricco di sostanze nutritive, trattamenti preventivi contro ticchiolatura e oidio (con poltiglia bordolese, ad esempio) e adeguate potature nel periodo di riposo vegetativo, ovvero in autunno-inverno.
La crescita in vaso, per il fatto che il volume a disposizione delle radici è limitato, impone tuttavia irrigazioni e concimazioni più abbondanti rispetto alle rose che crescono in giardino. Attenzione però a non eccedere con le concimazioni, perché potreste rischiare di danneggiare la pianta o attirare eserciti di parassiti.
Durante il periodo di fioritura, i capolini sfioriti e i rami secchi devono essere eliminati con una potatura mirata e leggera.
Ad ogni fine inverno le minirose andrebbero potate in modo più serio, ma questo argomento a me non è ancora chiarissimo.
Io mi regolo solitamente così: elimino i rami secchi, quelli più deboli e quelli “di troppo”, ovvero i rami che crescono lungo direzioni che tolgono armonia all’insieme (ad esempio quelli che vanno a incrociarsi malamente con altri) ed accorcio in generale di un pò tutti i rami.
In passato ho anche provato a fare potature più drastiche, ma il risultato non è stato particolarmente soddisfacente, perciò mi sono fatta l’idea che le minirose vadano potate al minimo.
Le minirose non temono il freddo e dunque non necessitano di alcuna protezione invernale. Sopportano senza problemi anche il gelo. È un errore tenerle all’interno di casa o sul davanzale, perchè la luce è troppo poca.
Dopo un paio d’anni le piante di minirose coltivate in vaso tendono ad indebolirsi, producendo fiori più piccoli e rami più sottili. Probabilmente ciò deriva dal fatto che la terra si è impoverita ed è necessario un rinvaso, con sostituzione del terriccio. Quest’operazione va fatta in un periodo di riposo vegatativo, a metà autunno nella fattispecie, facendo attenzione a non danneggiare le radici.
Se avrete cura di loro, le minirose cresceranno, fioriranno e vi riempiranno d’orgoglio.
Non buttatele nel cassonetto.