In questa guida spieghiamo come scegliere il migliore compost per orto.
Il compost è un fertilizzante che deriva dalla decomposizione e umificazione di diverse sostanze organiche. Rappresenta un ottimo fertilizzante per il suolo, per via della sua ricchezza in sostanze nutritive. Sempre più persone scelgono di creare personalmente il compost per il proprio orto o giardino, sia per ottenerlo gratis, sia per fare la propria parte per la salvaguardia dell’ambiente. Scopriamo quindi come si ottiene il compost, quali tecniche possono essere impiegate per la sua produzione, per cosa può essere usato il compost e quali sono i lati positivi del suo utilizzo.
Indice
A cosa serve il compost
Il compost può essere utilizzato come fertilizzante per orti, giardini e vivai. Ha una grande utilità per via della sua ricchezza in sostanze nutritive e organiche (ad esempio l’humus). Dal momento che si tratta di un fertilizzante del tutto naturale, il compost viene comunemente utilizzato per l’agricoltura biologica. Il prodotto del compostaggio può essere mescolato a sostanze come argilla, terra e altre, per creare terricci particolari. Il compost non deve essere utilizzato come unico fertilizzante nei terreni di coltura, dal momento che può contenere fitotossine che ostacolerebbero la germinazione, si asciuga molto rapidamente e può non contenere una quantità di azoto sufficiente. Per queste ragioni, nei terreni adibiti a semina, la percentuale di compost utilizzata per fertilizzare non supera il 30%. Il compost si comporta da bioattivatore del terreno: contribuisce a garantire la biodiversità, per via della sua ricchezza in microrganismi e lombrichi.
Oltre a fertilizzare il suolo, il compost svolge funzioni utili come distruzione delle erbe infestanti e dei microrganismi patogeni che possono essere presenti nel terreno (grazie alla presenza nel compost di batteri termofili e mesofili). I batteri termofili fanno parte del compost soltanto quando viene ottenuto da una massa organica di grandi dimensioni (più di un metro cubo), poiché i processi promossi da questo tipo di batteri avvengono nella parte centrale della massa. E’ più facile trovare batteri termofili nel compost di produzione industriale che non in quello prodotto nella propria abitazione. Il compost è utile anche per l’operazione di pacciamatura, ovvero la copertura della base delle piante durante l’estate, per prevenirne la disidratazione. Infine, il compost consente di controllare l’erosione e viene utilizzato anche per la bonifica dei campi e la copertura delle superfici di vecchie discariche.
Il compostaggio
Il compost è un fertilizzante per il suolo che si ottiene sottoponendo delle sostanze organiche a un processo di decomposizione. Il nome origina dal latino, in particolare dalla parola compositum, che sottolinea il fatto che il compost si ottiene tramite sostanze di origine diversa (è un prodotto composito). Il compost può essere acquistato o può essere prodotto nella propria abitazione. Se scegliete quest’ultima opzione, potrete ottenere il compost accumulando sostanze organiche in degli spazi predisposti all’esterno della vostra casa, e aspettando alcuni mesi affinché avvengano i processi di decomposizione. Il compost che viene prodotto nelle industrie, invece, attraversa varie fasi: triturazione della miscela di sostanze organiche, processi di bioossidazione in presenza di aria e,infine, maturazione. La decomposizione delle materie organiche avviene tramite processi promossi da microorganismi, oltre che dai lombrichi che abbondano nella terra.
I lombrichi infatti, con il loro continuo scavare gallerie e i processi digestivi della materia organica, contribuiscono in larga misura alla produzione del compost. I microrganismi che trasformano le sostanze organiche in compost utilizzano energia proveniente dalla stessa materia organica, tramite processi che liberano acqua, CO2 e sali minerali. Al termine dei processi di decomposizione si ottiene il compost, altamente ricco di sostanze nutritive.
Molti pensano che il compostaggio sia una pratica sviluppata recentemente: in realtà il compost era utilizzato già ai tempi dell’impero Romano. Ovviamente le procedure erano molto semplificate: le sostanze organiche (ad esempio residui di alimenti) venivano semplicemente accumulate sul terreno fino alla stagione di semina. A quell’ora, le sostanze organiche si erano decomposte e il terreno era adeguatamente concimato. Questa procedura fu portata avanti senza variazioni fino al 1921. In quell’anno, in Austria, fu realizzata la prima fabbrica per la produzione del compost. Il processo industriale ha lo scopo di controllare e gestire i processi di decomposizione delle sostanze organiche, che avverrebbero naturalmente ma in maniera più discontinua.
Da cosa è composto
Il segreto per ottenere un compost di qualità è utilizzare sostanze organiche che possiedano determinate proprietà. Poiché il compostaggio si verifica grazie all’azione dei microrganismi decompositori aerobici, è importante che all’interno della massa di sostanze organiche sia sempre presente abbastanza ossigeno, e che non si formino delle sacche anaerobiche. Inoltre, è importante che all’interno della massa organica sia presente la giusta umidità (che può essere fornita dalle sostanze organiche stesse o dalla pioggia). Le proporzioni di elementi quali azoto e carbonio condizionano l’efficienza dei processi di produzione del compost.
Le sostanze organiche che è possibile usare per i processi di compostaggio sono costituite dalla frazione umida dei rifiuti casalinghi (bucce di frutta e verdura, fondi di caffè, gusci delle uova o della frutta secca) e residui di piante, fiori secchi e erbacce. Altre sostanze che possono essere utilizzate per la produzione del compost sono scarti di carne o pesce. Il loro utilizzo, tuttavia, va limitato a quantità minime, perché la decomposizione di queste sostanze genera odori sgradevoli e può attirare i topi. Prima di utilizzare residui come foglie secche o rami, ricordate di triturarli e mescolarli con altre sostanze organiche più facili da decomporre (ad esempio i residui di alimenti). In caso contrario, in alcune zone il processo di produzione del compost sarà poco efficiente, e non si creerà la giusta proporzione tra le quantità di azoto e carbonio utilizzabili dai microrganismi.
Per la produzione del compost è possibile usare anche quantità limitate di sostanze come carta senza inchiostro, cartone e tessuti come cotone, lana o lino (quindi tessuti naturali che non siano stati colorati). Gli aghi delle conifere possono essere utilizzati per il compostaggio ma senza esagerare, perché abbassando il pH non creano le condizioni migliori per i processi di decomposizione. Tra le sostanze che non possono mai essere utilizzate per la produzione di compost rientrano
-ossa (richiederebbero un tempo di decomposizione molto lungo);
-sostanze non biodegradabili: plastica, vetro, alluminio, carta stampata o che abbia subito trattamenti chimici;
-tessuti naturali tinti o tessuti sintetici;
-cenere di carbone.
Se il compost viene prodotto tramite procedimenti industriali, possono essere utilizzate anche sostanze come rifiuti ottenuti da lettiere di erbivori, resti di piante che derivano dalla manutenzione delle aree verdi pubbliche, scarti della produzione della carta e della lavorazione del legno, fanghi di depurazione delle acque reflue urbane, rifiuti organici ottenuti dalla raccolta differenziata e dalla macellazione.
Come fare il compost in casa
Produrre il compost nella propria abitazione non è difficile, e consente anche di ridurre la quota di rifiuti umidi da affidare alla nettezza urbana. Tale parte in genere costituisce quasi un terzo dei rifiuti totali di una famiglia, pertanto sarebbe bene che ogni famiglia che ha un giardino a disposizione (o una compostiera del condominio) utilizzasse i rifiuti umidi per la produzione del compost. La compostiera può essere collocata facilmente in un angolo del proprio giardino, meglio se in una posizione esposta al sole durante l’inverno, ma riparata da un’esposizione eccessiva alla luce diretta durante l’estate. Potreste semplicemente scavare una buca nel terreno e accumularvi le sostanze organiche, ma la scelta più pratica è quella di acquistare una compostiera (o costruirne una voi stessi utilizzando materiali come plastica o legno).
E’ importante che la massa di sostanze organiche venga rivoltata a intervalli regolari di tre settimane, in modo da favorire l’ingresso dell’ossigeno ed evitare che si creino delle aree in cui i processi di decomposizione avvengono più lentamente. E’ anche possibile realizzare dei fori di areazione.
Lo scopo è creare il giusto livello di umidità: se l’umidità è troppo poca, i processi di decomposizione avvengono più lentamente; se è in eccesso si avranno dei fenomeni di putrefazione per via dell’instaurarsi della condizione anaerobica. Per ovviare al problema di un’umidità insufficiente, basta aggiungere un po’ d’acqua tramite un innaffiatoio o con la canna che usate per innaffiare il giardino. Nel caso invece sia presente un’umidità eccessiva, è opportuno rivoltare il materiale organico per aumentare l’ingresso dell’aria.
La materia organica deve trovarsi in contatto diretto con la terra, in modo che i liquidi possano essere drenati e i lombrichi possano contribuire alla produzione del compost. Un fattore importante è la temperatura. I processi operati dai microrganismi, che permettono la trasformazione delle sostanze organiche, avvengono in maniera ideale all’interno di un range di temperature, e la loro efficienza diminuisce mano a mano che ci si allontana da questi valori. La compostiera dovrebbe essere in un certo qual modo isolata dall’esterno, in modo che la sua temperatura non sia sottoposta a eccessive variazioni. Una buca nel terreno è la soluzione ideale da questo punto di vista, ma la sua gestione, come abbiamo già accennato, può rivelarsi poco pratica.
Per ottimizzare il processo di compostaggio è possibile aggiungere alla miscela di sostanze organiche alcuni enzimi che facilitino i processi di decomposizione, oltre a limitare la formazione di cattivi odori. Per la produzione del compost possono essere richiesti dai sei ai nove mesi, ma il periodo può essere più lungo o più breve a seconda che iniziate ad accumulare le sostanze organiche d’inverno o d’estate. Il compost può essere utilizzato anche dopo soli 3 o 4 mesi, ma non sarà un fertilizzante di qualità quanto quello che si ottiene quando il processo di maturazione è terminato. Un compost maturo e di qualità ha un profumo simile a quello del sottobosco. Se notate che il compost da voi prodotto presenta un cattivo odore, significa che sono avvenuti dei processi di putrefazione perché le condizioni di produzione del compost non erano ideali. Un buon compost è caratterizzato dal colore scuro e dalla consistenza morbida. Ha un peso specifico compreso tra 370 e 420 Kg per metro cubo e una percentuale di umidità compresa tra il 32 e il 42%.
Con un’attenzione crescente alle problematiche ambientali e all’importanza della raccolta differenziata, oggi molti comuni offrono tasse ridotte per le famiglie che producono compost nella propria abitazione. Alcuni comuni rimborsano l’acquisto del contenitore per il compostaggio, o si occupano di fornirla gratis ai cittadini interessati al suo utilizzo. Poter disporre di una compostiera consente anche di non doversi recare presso appositi siti per il conferimento degli sfalci d’erba o dei residui della potatura delle proprie piante. Uno dei vantaggi principali del compostaggio è che la sua produzione non comporta nessun costo. Il compost rappresenta un fertilizzante di altissima qualità, ricco di sostanze nutritive e organiche, oltre che di microrganismi. Tutti questi elementi nutritivi vengono rilasciati lentamente al terreno. Utilizzando il compost per fertilizzare un terreno, questo diventa più poroso, morbido e maggiormente permeabile (in questo modo le sostanze nutritive vengono trattenute più a lungo). Il compost garantisce anche un miglior apporto di aria al terreno, in modo che i processi microbici possano avvenire in maniera più efficiente. Tali processi biochimici consistono nell’azotofissazione e nella nitrificazione, per fare solo alcuni esempi. Infine, stime accurate affermano che produrre il compost nella propria abitazione consente di ridurre notevolmente (di almeno un terzo) la quantità di rifiuti da conferire in discarica.
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