L’innesto è un’operazione mediante la quale si saldano tra loro porzioni di piante di specie diverse, così da ottenere una pianta nuova. È una tecnica diffusa per gli alberi da frutta e per piante ornamentali, in particolare le rose.
Perché si innesta? Per prevenire, ad esempio, l’attacco di certi parassiti (innesto sulla vite europea di vite americana che resiste agli attacchi della fillossera) e per regolare lo sviluppo di certe piante. Mediante l’innesto, nei vivai si ottengono alberi da frutta di squisite varietà, capaci di prosperare anche in terreni non adatti, nei vasi, sulle terrazze. I rosai che si acquistano dai vivaisti sono sempre individui misti, composti da una varietà bella innestata su un soggetto vigoroso.
L’operazione innesto non è facile, può essere infatti considerata una tecnica di « alto giardinaggio », ma si può imparare, magari facendosi illustrare per le prime volte da un esperto le varie « tappe » da seguire. Parecchi sono i sistemi e variano secondo le specie da innestare e secondo gli obiettivi che si vogliono raggiungere.
Per una buona riuscita dell’innesto è necessario curare particolarmente le piante dopo l’operazione. Le legature non siano né troppo strette né troppo lente. In alcuni casi sarà bene isolare la zona « operata » coprendola con mastici, sia per sbarrare la strada ai batteri sia per evitare dannose perdite di linfa.
Negli innesti a gemma (che vedremo più avanti) non si usa il mastice perché potrebbe danneggiarla. Se nel periodo in cui si fa l’innesto il tempo è piuttosto asciutto sarà necessaria una sistematica irrigazione del terreno.
Per la buona riuscita dell’innesto è molto importante anche la perfezione e la validità degli attrezzi usati.
Indice
Diversi tipi di innesto
Si possono realizzare diversi tipi di innesto, con molte variazioni per ciascun tipo; vediamoli brevemente:
-innesto a gemma: utilizza le gemme dei rami di un anno; può essere a gemma vegetante (se si esegue in primavera) o a gemma dormiente (se si esegue nel mese di ago
sto); l’innesto a gemma a sua volta può essere a occhio (o scudetto), a pezza (o toppa o tassello), ad anello (o a zufolo), alla maior-china;
-innesto a marza: utilizza un pezzetto di ramo provvisto di varie gemme; si esegue di solito in primavera; l’innesto a marza può essere a spacco, a sperone, a cavallo;
-innesto a incastro: nel portinnesto si incastra la porzione di pianta che si vuole riprodurre;
-innesto a corona: si fa inserendo porzioni di rami con gemme fra la corteccia e il legno del portinnesto; si esegue in primavera e può essere a penna o a becco di clarino; innesto per approssimazione: si fa togliendo una porzione di corteccia su due rami delle piante che si vogliono innestare e legando poi i due rami in maniera da fare combaciare le porzioni decorticate.
Il giardiniere dilettante deve conoscere almeno qualcuno di questi sistemi di innesto, eventualmente tra i più facili e semplici da realizzare. Nell’innesto si sfrutta la capacità dei tessuti feriti di produrne degli altri di cicatrizzazione, chiamati « calli ». La parte di pianta, con le radici, che sta sotto il punto d’innesto viene chiamata « portinnesto » o « soggetto selvatico »; la parte che sta sopra si chiama « nesto » o « marza » o « gentile ».
Innesto a occhio
È un tipo di innesto tra i più praticati e meno difficili; e, nella serie degli innesti a gemma, è quello tipico dei rosai.
Si pratica sulla corteccia del portinnesto una incisione a T; occorre usare uno speciale coltello da innesto che sarà stato prima accuratamente lavato o meglio ancora sterilizzato. Fatta l’incisione a T, si sollevano i lembi e si crea sotto la corteccia lo spazio dove verrà inserita una porzione di ramo costituita da una grossa gemma precedentemente prelevata da un altro rosaio.
E qui facciamo un passo indietro; quarantotto ore prima dell’operazione si annaffia il rosaio da cui sarà prelevata la « marza »; questo per mettere in circolazione la linfa; ed ecco come procedere per staccare la marza: tenendo con la mano sinistra il ramo da cui si preleva la stessa, si fa un’incisione intorno a questa con l’apposito coltello; un’incisione ovale che sopra la gemma sarà lunga 1,5 cm e sotto altrettanto. Inciso il pezzo ovale, da prelevare, si taglia con la lama tra la scorza e il legno, partendo dall’alto. Arrivati sotto la gemma, il taglio sarà più profondo, sino ad asportare una porzione di legno; poi, superata la gemma, tornerà più superficiale finché il coltello uscirà dalla parte inferiore di quello scudetto ovale che verrà collocato nel taglio a T fatto sul portinnesto. È importante che dopo il prelievo, la marza non venga a contatto con oggetti o vegetali che potrebbero eventualmente infettarla.
Con la mano sinistra si tiene lo scudetto-marza per il picciolo; sull’albero portinnesto con l’incisione a T si introduce nel taglio la spatolina che di solito c’è sui coltelli da innesto, si scolla la corteccia da destra a sinistra, creando un’apertura attraverso la quale verrà sistemata la marza. Attenzione però a non staccare le due porticine di corteccia che dopo l’inserimento della marza dovranno chiudersi (o quasi) su di lei.
Inserita la marza, si lega con rafia, cominciando dal basso e risalendo verso l’alto, lasciando scoperto l’occhio della marza.
Essendo questo un innesto a gemma vegetante, viene fatto all’inizio della primavera. La gemma innestata si sviluppa subito in germoglio. Nell’innesto che si effettua invece a fine estate (innesto a gemma dormiente) la gemma innestata avrà sviluppo solo nella primavera successiva. Per l’innesto a occhio sui rosai è necessario che i soggetti siano giovani, a corteccia liscia.
Innesto a pezza
Abbastanza semplice, appartiene sempre alla serie degli innesti a gemma.
Si asporta sul soggetto un rettangolo di corteccia e la si sostituisce con una corteccia di uguale misura, portante una gemma che proviene da un’altra pianta. Particolarmente accurata e abile dovrà essere la legatura, poiché dovrà sostenere interamente la corteccia applicata.
Innesto anello
È simile al precedente, tolta questa differenza: la porzione di corteccia prelevata dal nesto e inserita sul soggetto, consiste in un anello completo che porta la gemma.
Innesto a corona
Si effettua in primavera quando il soggetto ha ripreso a vegetare. In questo tipo di innesto le marze devono essere a riposo, cioè devono essere state prelevate in inverno e tenute fino al momento dell’innesto in sabbia piuttosto umida e a bassa temperatura. L’innesto a corona si effettua inserendo tra la corteccia e il legno del soggetto alcune marze, a una certa distanza tra loro. Si lega, come al solito, con rafia o nastro di plastica, senza stringere troppo; infine si ricopre il ramo tagliato e la legatura con un mastice.