In questa guida spieghiamo come scegliere il migliore impianto di irrigazione per giardino.
Per ottenere un giardino florido e curato è opportuno disporre di un efficiente sistema di irrigazione. Scopriamo qui di seguito la storia, le tecniche e le tipologie più diffuse per l’irrigazione su terreno ma anche in vaso. Un sistema di irrigazione consente di distribuire in modo equo l’acqua su terreni soggetti a precipitazioni scarse o molto scarse.
Indice
Origini
I sistemi di irrigazione sono stati concepiti fin dall’antichità. Le prime testimonianze risalgono al 5000 a.C. nei pressi del Nilo, nell’antico Egitto. Altri esempi si hanno intorno al 2400 a.C. in Mesopotamia, in Cina due secoli dopo e anche presso gli indiani in Nord America e nel Perù poco prima dell’anno Zero. I primi antichi metodi per l’irrigazione avvenivano sfruttando corsi d’acqua o bacini posti a un livello inferiore grazie a sistemi a vite attivati da forza animale.
Esempi di questo tipo sono in mazzacavallo o la vite di Archimede. Il primo meccanismo prevede una bacinella sistemata in cima a un palo ligneo e un contrappeso all’altra estremità. Il secondo sistema era azionato a mano e la vite, essendo calata in acqua per buona parte, trasportava l’acqua dall’altro capo. Un metodo poco costoso ma efficace era quello di costruire delle dighe nei letti dei fiumi da chiudere per allagare i campi attorno.
Tipologie
I sistemi d’irrigazione moderni sono suddivisibili in quattro categorie
-A immersione
Utile per colture che necessitano di acqua abbondante e stagnante come il riso. La tecnica è attuabile su suoli piani e l’acqua, che scorre attraverso canali molto vicini, resta per qualche tempo sopra il livello del terreno. La “sommersione a conche” è un’altra versione di quest’ultima e si ottiene riempiendo d’acqua delle pozze vicine alle piante dei frutteti, coltura in cui spesso so sfrutta questa tecnica.
-Per infiltrazione laterale
Si ottiene, anche su terreni mossi, attraverso una rete di piccoli canali che scorrendo vicino alle piante le irrigano senza che l’acqua esca dal condotto. È sfruttata per la coltivazione del mais e per le verdure in genere.
-Per aspersione
Usato soprattutto per coltivazioni estensive, permette un consumo più controllato dell’acqua prevenendo gli sprechi poiché distribuisce l’acqua direttamente sul suolo.
-A goccia
Risulta essere indubbiamente il sistema più innovativo per un’irrigazione all’insegna del risparmio di risorse. Il sistema permette di dosare l’acqua emettendo piccole dosi costanti nel punto d’interesse ovvero nelle zone dei tronchi o delle radici.
A goccia
L’idea di irrigare in modo lento ma costante risale all’antichità quando veniva usato del vasellame d’argilla riempito d’acqua per dare un rilascio graduale. Allo stesso modo, nella seconda metà dell’Ottocento tedesco, si impiegarono dei tubi d’argilla sfruttando il medesimo principio. La vera svolta si ebbe però con l’introduzione della plastica: i primi veri e propri impianti superficiali a goccia nascono in Israele ad opera di Simcha Blass. Un impianto a goccia necessita di una dispensa d’acqua (che può essere un contenitore artificiale, un canale o un pozzo), di una pompa che crei pressione interna (a meno che il contenitore d’acqua non sia posizionato in alto), di un tubo maggiore che percorre la zona da irrigare e una rete di tubi minori dotati di gocciolatori da posizionare precisamente per lo sgocciolamento.
Accessori importanti sono i filtri per evitare che si tappino i condotti e delle elettrovalvole che permettano l’automazione oraria dello sgocciolamento. I gocciolatoi possono essere concepiti in due modi: possono essere montati singolarmente a distanze regolari in modo da poter essere controllati uno a uno oppure si possono trovare in commercio gocciolatoi interni, inseriti nelle “manichette forate” ovvero tubi di plastica venduti al metro o in bobine da 100 metri in grado di distribuire per ogni bocchetta tra gli 0,8-1 l/h all’incirca. In questi casi un sistema autopulente evita che si ostruiscano i tubi. Esistono tubi con i gocciolatoi talmente malleabili che quando non vi scorre l’acqua si appiattiscono completamente ma generalmente hanno una resistenza minore e rischiano di guastarsi e forarsi. Diversamente, tubi rigidi sono più resistenti.
Un ulteriore metodo, molto pratico in zone calde o ventose soggette all’evaporazione, è quello di sub-irrigazione. Come deducibile dal nome stesso, il sistema si avvale di un sistema di tubi istallato direttamente sotto terra che conduce l’acqua senza dispersioni direttamente nei pressi delle radici. Risulta essere spesso utilizzato nelle aziende agricole di medie e grandi dimensioni poiché, a fronte di un notevole risparmio d’acqua, i costi di manutenzione sono più elevati anche perché è maggiore il rischio di intasamento dei gocciolatoi, nonostante la tecnica sia molto avanzata.
Per aspersione
L’irrigazione per aspersione, sovente utilizzata in giardini privati o parchi pubblici, simula la pioggia poiché l’acqua ricade in goccioline dall’alto. Nel caso di aree molto grandi e colture estensive, come il mais o la barbabietola, si usano sistemi più potenti. É evidente che la presenza del vento può deviare la direzione dell’acqua e creare difficoltà così come l’evaporazione a cui è soggetta l’acqua aumenta lo spreco della stessa. Si deve inoltre considerare che il sistema pretende un certo dispendio energetico per il suo funzionamento. D’altro canto è un sistema economico e che si presta anche per terreni irregolari perché si adatta bene sia alla pianura che a zone scoscese raggiungendo persino i punti più ostici.
Questi irrigatori ‘a pioggia’ possono essere statici o rotativi. Nel primo caso la direzione del getto d’acqua resta fissa in un punto ed è infatti utilizzato per aree di dimensioni ridotte, domestiche. Nel secondo caso, frequentemente impiegato su aree ampie, l’irrigatore si muove circolarmente e il percorso è regolabile. Gli irrigatori si differenziano anche per il rapporto tra la quantità e la velocità d’acqua emessa. La misurazione avviene in millimetri calcolando che ogni millimetro equivale a un litro di acqua distribuito in modo uniforme su un metro quadrato di suolo. In questo modo si possono distinguere distribuzione rapide con 10 mm/h, irrigazioni medie con 5/10 mm/h o lente quando distribuiscono circa 3 mm/h sul metro quadrato.
Metodi per innaffiare i vasi
Esistono più metodi, tradizionali o innovativi, che permettono di innaffiare le piante in vaso senza che vi sia fisicamente una persona presente. Se ad esempio ci si assenta da casa per le ferie il primo consiglio da seguire è quello di sistemare i vasi in zone non soggette a sole diretto o a caldo eccessivo in modo da non sprecare l’acqua usata per irrigare.
Un buon sistema è quello di procurarsi un piccolo impianto a goccia per la micro-irrigazione completo di timer che gestisca i flussi d’acqua autonomamente e da collegarsi a un rubinetto esterno. Se invece non si dispone di acqua corrente si deve provvedere in altro modo, ad esempio, ove possibile e se di piccole dimensioni, collegando i buchi sotto i vasi a un filo di cotone da inserire nell’apertura di un contenitore d’acqua. Così facendo l’acqua sale attraverso lo spago e, dato il principio di capillarità, si propaga nella terra.
Un’altra soluzione è quella di inserire delle bottiglie di plastica a testa in giù nella terra dei vasi con un tappo d’argilla che permette di far uscir l’acqua lentamente ma in modo continuo. Infine esistono dei fogli di gelatina bagnati che posti a coprire la terra del vaso provvedono a liberare l’acqua lentamente. Escluso il sistema di micro-irrigazione, per gli altri metodi bisogna tenere in considerazione che la sopravvivenza delle piante è garantita per poco tempo, fino a esaurimento della scorta d’acqua.
Progettazione
Per progettare un buon impianto è necessario avere del tempo, una certa predisposizione ai lavori manuali e magari qualche buon consiglio. Ma, costruito un buon impianto, si ridurranno notevolmente i costi del giardiniere per il mantenimento del giardino! Nella fase iniziale è molto importante calcolare esattamente l’estensione dell’area da irrigare o il numero di vasi per accertarsi di realizzare un impianto sufficientemente esteso, e dotarsi di un approvvigionamento d’acqua da cui attingere: pozzo, cisterna di raccolta per acque piovane. La distribuzione dell’acqua sarà azionata da una pompa gestita da una centralina elettrica che automatizza il sistema secondo le nostre preferenze.
Se la necessità è di irrigare un prato è opportuno dotarsi di un impianto per aspersione con pop-up, ovvero irrigatori da distribuire in più parti del terreno. Se invece si devono innaffiare vasi, la scelta ricadrà su un impianto a goccia. A questo punto bisognerà organizzare il sistema di tubi in polietilene per il percorso dell’acqua: le parti elettriche del sistema, come i timer, vanno riposti in pozzetti protetti mentre tutti i tubi (quelli principali grandi e rigidi e quelli minori diretti ai gocciolatoi) andranno riposti sotto terra in modo da ridurre l’ingombro visivo e parallelamente per proteggerli da agenti atmosferici, soprattutto d’inverno, e da urti. Molto importante per la sicurezza è provvedere a coprire i cavi elettrici isolandoli prima di interrarli.
Impianti di Irrigazione per Giardino più Venduti Online
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