Sono molte le ragioni per le quali è importante trapiantare un bonsai, ragioni che dipendono dalla sua stessa definizione: albero in vaso. Se si lascia crescere un albero per troppo tempo nello stesso vaso senza toccarlo, in pochi anni le radici saranno cresciute tanto da riempire totalmente il contenitore, impedendo il passaggio di acqua e aria. Senza questi elementi le radici non possono assorbire il nutrimento di cui necessitano, causando l’inevitabile morte della pianta. Prima di arrivare a questa irrimediabile fase, è possibile che si verifichi un marciume radicale, provocato dalla mancanza di ossigeno nel substrato. Inoltre, le radici invecchiando si ingrosseranno tanto che il contenitore non sarà più l’ambiente adeguato per lo sviluppo della pianta, mentre i grani del substrato si ridurranno di spessore fino a diventare polvere: questo significa che il substrato perde la sua capacità di trattenere acqua, aria e nutrimento. Il trapianto e la potatura dell’apparato radicale hanno proprio la funzione di rinnovare il terriccio e ringiovanire le radici. La necessità e la frequenza del trapianto dipendono molto dalla specie che si sta trattando. Normalmente le radici delle specie a foglia caduca si sviluppano più rapidamente di quelle a foglia persistente.
Gli alberi giovani crescono molto più velocemente di quelli maturi, per questo motivo avranno bisogno di trapianti più frequenti. Certamente anche il clima nel quale si sviluppano è un fattore che influenza la crescita e, di conseguenza, anche la necessità del trapianto. La frequenza di questa operazione può anche essere prevista e modificata in base al piano di rimodellatura del bonsai. Se si desidera una crescita rapida, il trapianto sarà meno frequente; se si intende ottenere una ramificazione sottile, si trapianterà ogni anno. Tuttavia ci sono momenti in cui il trapianto è indispensabile, ad esempio quando le radici fuoriescono dal foro di drenaggio ed il substrato non drena. Se ci si trova in questa situazione è comunque bene, lasciare asciugare il terreno prima di trapiantare: così sarà più facile ripulire le radici.
Una volta potate le radici, l’albero è pronto per la posa in vaso. A tale scopo il contenitore va preparato fissando la retina ai fori di drenaggio e predisponendo i fili per l’ancoraggio della pianta. Sul fondo va collocato un buon strato di drenaggio (lapillo vulcanico o ghiaia sono l’ottimale) sopra al quale andrà posta una parte del terriccio adeguato alla specie.
La pianta va appoggiata sopra a questo composto, spingendola delicatamente con le mani verso il basso e stringendo alla base il filo predisposto per l’ancoraggio.Bisogna porre particolare attenzione alla posizione dell’albero nel vaso: in linea di massima non dovrà essere collocato né sulla mezzeria longitudinale, né su quella trasversale; la posizione ideale è oltre la mezzeria longitudinale, leggermente spostato a destra o a sinistra, a seconda del disegno. La disposizione delle radici dovrà essere a raggiera e in modo che quelle superficiali siano all’altezza del bordo del vaso. Si dispone poi il terriccio attorno alla pianta, avendo cura di farlo penetrare in tutti gli spazi vuoti, utilizzando un bastoncino che va fatto roteare delicatamente nel substrato. Terminata la posa in vaso, l’albero dovrà essere annaffiato, fino a quando l’acqua comincia a fuoriuscire dai fori di drenaggio. Dopo il trapianto è consigliabile ripararlo almeno per le prime tre settimane da vento e sole diretto. Per almeno sei settimane si eviterà di concimarlo.
Le radici fittonanti vanno tagliate, mentre le capillari devono essere spuntate.
Il vaso va preparato con: rete di drenaggio, filo di ancoraggio e strato di terriccio drenante.
Dopo avere posizionato la pianta e riempito il vaso con il composto adatto, per fare in modo che non rimangano sacche d’ aria nel terreno si fa roteare un bastoncino tra la terra.