Il pesco è un albero da frutto originario della Cina, si è poi diffuso nell’Asia Centrale e da qui ha raggiunto Grecia e Italia. Il pesco può raggiungere i 5 metri di altezza, ha un apparato radicale non troppo profondo, la corteccia dal colore rosso scuro nelle piante giovani mentre in quelle più vecchie con il passare del tempo diventa sempre più chiara e assume i toni del grigio. Le foglie sono di colore verde chiaro o a volte anche verde scuro, hanno una forma lanceolata con i margini seghettati e possono raggiungere la lunghezza massima di 15 cm.
I fiori del pesco sono di colore rosa più o meno intenso, particolarmente belli, hanno la forma a coppa e spuntano sui rami prima delle foglie nel periodo primaverile. Il frutto del pesco è la pesca, una drupa di colore aranciorosso o bianco, a seconda della varietà. La polpa interna è succosa e zuccherina e la sua morbidezza cambia anche a seconda della varietà. All’interno del frutto c’è un grosso nocciolo detto endocarpo, di colore marrone scuro che in genere è attaccato alla polpa.
Le varietà di pesche sono tante e risulta essere possibile dividerle in due gruppi principali, pesche comuni e noci pesche chiamate anche nettarine. Alle pesche comuni, ovvero più note, appartiene la Prunus persica, che di solito è la pesca di largo consumo caratterizzata da una finissima e corta peluria con buccia tipicamente di colore bianco o giallo chiaro, con la polpa interna di colore bianco, giallo rosso sfumato o rosata. Alle noci pesche appartengono le nettarine, di recente introduzione e derivate soprattutto dalla Prunus persica var.
Il pesco si adatta a diverse tipologie di terreno e non ha particolari esigenze, anche se non ama i terreni troppo umidi e impermeabili, ma si ottengono ottimi risultati in un terreno composto da una buona percentuale di sostanza organica e tessitura media. Per una crescita rigogliosa, il pesco necessita di esposizione in pieno sole, anche se la pianta resiste molto bene alle basse temperature. Possono invece causare danni i geli tardivi in fase di fioritura.
Dopo avere eseguito i lavori necessari nel terreno, letamazione, diserbo e tutte le operazioni basilari, si potrà procedere all’impianto nei mesi adatti, ovvero in autunno o nel primo mese invernale. Le buche devono essere abbastanza grandi da contenere il pane di terra o le radici se si coltivano astoni a radice nuda e risulta essere consigliabile rinfrescare le radici con una poltiglia fangosa prima di porle nella buca. Dopo avere assestato la terra, si può procedere con l’innaffiatura, 15 o 20 litri d’acqua circ), e anche alla preparazione di dei tutori necessari da installare nelle piante giovani come supporto almeno per i primi due anni di crescita. I frutti compariranno circa due anni dopo la messa a dimora.
L’irrigazione migliore per il pesco è quella a goccia, a scorrimento e per aspersione sotto chioma. Questi metodi assicurano una perfetta irrigazione alle piante favorendone la crescita. La concimazione è un operazione che nel pesco va ripetuta annualmente: la prima si effettua nel mese di marzo con un concime NPK 12-6-18 in dosi di 500 g, mentre la seconda si ripete nel mese di maggio. La potatura del pesco è un’altra operazione importante per la crescita della pianta, che va fatta sin dall’inizio per dare alla pianta una forma ben definita. I tagli vanno eseguiti lontano dai periodi di freddo in modo da non compromettere lo sviluppo delle pianta.
La riproduzione del pesco si può fare in diversi modi. Invece di acquistare le piante in vivaio si può replicare una vecchia varietà coltivata preferita tramite innesti. In particolare, i più utilizzati sono questi tipi, innesto a occhio da fare durante l’estate, innesto a incisione a T fine primavera inizio estate.
Per quanto riguarda la riproduzione tramite seme, non è particolarmente indicata per replicare i caratteri genetici della pianta madre, ma invece con la semina è possibile ottenere delle ottime piante da franco per accogliere varietà innestate.
La raccolta delle pesche ha inizio a partire dal mese di maggio fino a settembre a seconda della varietà e della maturazione del frutto, identificabile dal colore della buccia che deve essere tipica della varietà coltivata. Anche la durezza della polpa e le dimensioni sono altri due elementi che indicano il momento della raccolta.
Per una buona conservazione delle pesche è consigliabile riporle nello scomparto dei vegetali del frigo o su un piano ricoperto di paglia pulita ma è chiaro che vanno consumati entro breve tempo. In alternativa, si possono congelare privandole del nocciolo, oppure lavorare per ottenere sciroppi, gelatine, confetture e succhi di frutta, da conservare per lunghi periodi.