In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su come coltivare i cardi.
Nonostante le sue origini siano antiche, la popolarità del cardo ha conosciuto momenti diversi con fasi alterne. Questo significa che, dopo un primo periodo di grande utilizzo, è scomparso dalle tavole degli italiani per molti anni. In questi ultimo periodo, però, sembra che le cose stiano cambiando. Risulta essere così che, probabilmente grazie all’alimentazione vegetariana, il cardo ha ritrovato il suo posto tra le verdure da portare in tavola. Per questo motivo, dunque, vediamo quali tecniche utilizzare e quali elementi tenere in considerazione per coltivare il vostro cardo in orto o in vaso.
Iniziamo con il dire che, anche se si adatta a vari climi presenti nell’area Mediterranea, questa precisa coltivazione ha bisogno di attenzioni speciali, tra cui una giusta dose di acqua, visto che uno dei nemici più pericolosi per il cardo è proprio la siccità. Per questo motivo, prima di lanciarvi nella coltivazione di questa verdura, che fa parte della famiglia dei carciofi, è opportuno capire che tipo di clima si ha a disposizione e la qualità del terreno. Per quanto riguarda il primo elemento, iniziamo con il dire che il cardo preferisce una media temperatura, anche se riesce a adattarsi con facilità anche a climi più freddi. Proprio per questa caratteristica, infatti, è considerato un ortaggio invernale, visto che la coltivazione può procedere nel migliore dei modi anche in autunno inoltrato e per i primi mesi dell’inverno. Per quanto riguarda l’esposizione, questo tipo di coltivazione non soffre certo l’esposizione diretta al sole, anche se preferisce le zone ombreggiate. In questo ultimo caso, per esempio, la pianta avrebbe delle coste più tenere che sono alla base di alcune preparazioni culinarie particolarmente apprezzate. Terminando il discorso sul clima, poi, considerate che il cardo non soffre nemmeno le precipitazioni piovose, perché la pianta tende a soffrire molto la siccità.
L’altro elemento citato e di particolare importanza per quanto riguarda la crescita della vostra coltivazione, è il terreno. Questo deve avere delle caratteristiche precise come un impasto medio, un ottimo drenaggio e, ovviamente, un alto tasso di fertilità. Risulta essere è proprio per garantire quest’ultimo elemento che bisogna aggiungere una buona quantità di compost o altri concimi utili per la semina. Prima di vedere nel dettaglio la tecnica di semina e coltivazione, però, bisogna spendere alcune righe per capire quanta acqua è necessario al cardo per ottenere il migliore dei risultati. Infatti, come abbiamo già accennato, la pianta in questione soffre particolarmente la siccità, per questo motivo bisogna annaffiare con frequenza dopo aver controllato l’umidità del terreno. Questo significa che durante i mesi primaverili e autunnali particolarmente piovosi, le precipitazioni naturali sono più che sufficienti per mantenere il livello di umidità necessario per una buona coltivazione.
A questo punto, siamo arrivati alla parte più tecnica. Iniziamo con il dire che, pur potendolo coltivare in vaso, soprattutto per scopi estetici, il cardo trova la sua applicazione migliore in orto. Questo perché ha bisogno di spazi ampi per crescere ed espandersi. In questo caso, come abbiamo più volte puntualizzato, si deve predisporre un terreno particolarmente ricco con una leggera zappatura, giusto per distribuire nel migliore dei modi alcune proprietà nutritive. Fatto questo, si può iniziare con la semina che, tanto per rendere più facile l’attività dei coltivatori, può essere effettuata in qualsiasi momento dell’anno. Solitamente, però, si preferiscono i mesi primaverili giusto per avere il risultato finale pronto per il consumo dei mesi invernali. La semina avviene in dimora, ponendo le sementi in buche profonde circa tre cm. Queste, poi, devono essere poste a una certa distanza, di circa 70 o 80 cm. Questo spazio è necessario visto che il cardo, come abbiamo già accennato all’inizio, ha bisogno di spazi ampi per espandersi. Una volta che i primi esemplari fanno mostra di se, si procede con il diradamento degli esemplari meno forti per, poi, provvedere, all’imbiancamento. Con questo si intende mantenere la pianta in zona ombreggiata per avere delle coste più tenere da cucinare.