In questa guida spieghiamo come coltivare la gardenia.
Quando la luce e il maggiore tepore dell’aria cominciano a prendere il sopravvento sul buio e la rigidità dell’inverno, la primavera mostra i primi segni della sua presenza soprattutto attraverso la rinascita di molti fiori. Uno di questi, considerato tra i più delicati ed eleganti, è la gardenia, caratterizzata soprattutto da un profumo intenso e talmente tipico, da differenziarla da qualsiasi altra pianta. Per questo motivo, dunque, non è insolito decidere di iniziare la sua coltivazione all’interno del proprio giardino o anche in vaso sul terrazzo. Prima di addentrarsi, però, nell’esame della tecnica e delle attenzioni necessarie per permettere alla gardenia di crescere e proliferare nel modi migliore, è opportuno spendere qualche riga per fare chiarezza sulle origini della pianta e sulle sue necessità primarie.
Iniziamo con il dire che la gardenia ha origini lontane e, più precisamente, asiatiche. Si presuppone, infatti, che la pianta sia arrivata in Europa grazie ai primi scambi commerciali con la Cina e il Giappone. Dal suo arrivo nel vecchio continente, comunque, la gardenia ha fatto molta strada, visto che, ad oggi, si riconoscono 200 specie utilizzate, soprattutto, per scopi ornamentali.
Conclusi i cenni storici, è la volta di passare alla struttura della pianta. In definitiva ci si trova davanti ad un arbusto caratterizzato da un fusto cespuglioso capace di raggiungere i due metri di altezza e con faglie sempreverdi dal colore intenso e lucido. Nella stagione estiva, poi, la pianta produce i fiori per i quali è così nota. Si tratta di fiori bianchi o leggermente gialli, caratterizzati da petali posizionati a forma di rosa.
Visto il periodo di fioritura, dunque, è facile dedurre che la pianta riconosce proprio nella primavera la stagione migliore per essere messa a dimora. Anzi, per essere più precisi, si consiglia di iniziare questo tipo di attività alla fine di febbraio, quando le temperature si aggirano intorno ai 16 e 18 gradi. Per quanto riguarda, invece, la stagione invernale, la gardenia deve essere protetta dal freddo, conservandola all’interno, nel caso in cui fosse possibile, oppure riparandola con coperture in legno o realizzate con teli di plastica. Nonostante apprezzi calore e luce, però, bisogna anche ricordare che la gardenia non deve essere sottoposta ad una esposizione diretta. Per questo motivo, dunque, deve essere posizionata in un angolo piuttosto ombreggiato e annaffiata con una certa frequenza durante i mesi estivi più torridi. Anzi, in questo caso, non si deve dimenticare di provvedere anche alla nebulizzazione delle foglie. Chiudiamo la parte sulle caratteristiche generali di questo tipo di pianta con la composizione del terreno. La situazione ideale è rappresentata da una base morbida, drenante e ricca di nutrienti.
Stabilito tutto questo, vediamo come portare a termine la sua coltivazione in giardino o in vaso. Per quanto riguarda la seconda possibilità, particolare attenzione deve essere dedicata proprio alla predisposizione del vaso. Questo dipende soprattutto dal fatto che, nonostante apprezzi l’acqua, la gardenia sopporta male la presenza di ristagni. In sostanza, dunque, è necessario posizionare sul fondo un letto di ghiaia o di cocci, per poi ricoprire con un terriccio leggero e nutrito, ossia ricco di torba, compost e concimi organici.
Per quanto riguarda, più generalmente la coltivazione della gardenia, questa può avvenire sia per mezzo dei semi che attraverso piantine e talea. I semi devono essere piantati in un terreno caldo durante le stagioni autunnali o invernali, mentre la seconda opzione deve essere effettuata alla fine di febbraio, permettendo di velocizzare di gran lunga tutto il processo. Comunque sia, visto che l’utilizzo di piantine potrebbe risultare particolarmente appetibile per molti neo appassionati di giardinaggio, è opportuno tenere conto di alcuni elementi. Il primo e il più importante di tutti è l’origine delle piantine acquistate. Molte, infatti, vengono allevate in serra e, quindi, fatte fiorire con un largo anticipo. Proprio questo particolare, dunque, potrebbe causare un veloce decadimento della pianta una volta trapiantata e messa a confronto con una condizione atmosferica del tutto diversa.
A questo punto, dunque, possiamo dire che la pratica migliore per vedere crescere la propria gardenia è quella che prevede l’utilizzo della talea. In definitiva si tratta di utilizzare un piccolo rametto. In questo modo, infatti, si mantengono del tutto intatte le caratteristiche della pianta originaria. I primi passi di questo tipo di coltivazione, però, devono essere compiuti all’interno di un vaso dove piantare proprio il rametto. Una volta che la gardenia avrà raggiunto un livello di robustezza buono, si potrà provvedere al suo trasferimento in terra piena. Perché l’operazione si concluda con successo, però, ci si dovrà assicurare che il terriccio sia leggermente inumidito, oltre a provvedere ad una blanda pacciamatura. Per finire, come abbiamo accennato in precedenza, è necessario scegliere anche una posizione ombreggiata, particolarmente gradita alla pianta.