In questa guida spieghiamo come coltivare il castagno.
Il castagno è un albero largamente presente in Italia e nell’area mediterrane, può superare i venti metri di altezza e cresce perfettamente in collina, a quote di 500 metri, fino a zone a quota 1200 metri. Il castagno è un albero poco indicato per i giardini per via delle sue dimensioni, che possono diventare imponenti. Il suo fusto è in genere tozzo ma sviluppato bene e in cima presenta una chioma ampia e fitta. Le foglie sono lanceolate e allungate, di colore verde chiaro, le foglie appena germogliate presentano una fitta peluria, che cade in fretta, lasciando un fogliame liscio e lucido.
Sebbene il castagno sia una pianta monoica, cioè sullo stesso albero sbocciano sia i fiori maschili che quelli femminili, esistono alcune varietà di castagno che tendono a essere autofertili, il che significa che, per ottenere un raccolto buono, è necessario che siano presenti nella zona più varietà di castagni. Un problema che non interessa la nostra penisola visto che vi sono interi boschi di castagni.
La produzione comincia a quattro anni circa dalla germinazione e la raccolta dei frutti, detti acheni e contenuti all’interno di ricci in numero variabile da uno a tre, avviene in autunno, quando i ricci maturi cadono dalla pianta sul suolo inerbito e possono essere raccolti. Per separare i frutti dal riccio si utilizzano appositi strumenti, poi si procede alla conservazione dei frutti, che può avvenire in due modi. Il primo e anche il più comune prevede l’utilizzo dell’acqua, che va cambiata regolarmente. Dopo qualche giorno le castagne vengono collocate in un locale arieggiato per farle asciugare. L’altro metodo di conservazione è detto in ricciaia, che indica il luogo dove vengono messi i ricci coperti poi da uno strato di terra. I frutti possono anche essere conservati in appositi contenitori da tenere all’asciutto.
Il periodo ideale per l’impianto di nuove piante di castagno è quello autunnale, anche nel caso si scelga di seminare nuove piante da seme. La pianta deve essere seguita con attenzione nelle prime fasi di crescita, ma la cosa più importante è la qualità del terreno in cui si decide di fare l’impianto. Infatti, il castagno predilige il terreno sciolto, fresco e profondo, e sono favoriti i terreni pianeggianti e quelli leggermente in pendenza. Per l’esposizione è meglio scegliere un terreno soleggiato, ma è opportuno evitare gli orientamenti a est e nord. Nelle zone dove il clima è molto caldo, solitamente i castagneti si trovano in zone collinari o montuose, dove anche durante l’estate le temperature rimangono miti. Risulta essere quindi chiaro che si tratta di un albero che non ama gli eccessi e, anche se sopporta temperature vicine ai -20 gradi o molto alte per lungo tempo, tende a non svilupparsi bene in queste condizioni.
Per coltivare il castagno si possono mettere a dimora le piante precedentemente comprate in vivaio oppure si può procedere con la coltivazione da seme e procedere scegliendo le varietà desiderate.
Per la coltivazione da seme occorre prima mettere i semi in piccole aiuole, interrati a distanza di circa dieci cm, in un terreno sciolto dotato di sostanza organica. Se si desidera impiantare un nuovo castagneto predisporre dei solchi distanti 50cm e seminate le castagne. Qui le piante rimarranno per almeno uno o due anni.
Dopo il terzo anno è possibile praticare gli innesti delle varietà preferite e alla fine del quarto o quinto anno si può effettuare la messa a dimora.
a coltivazione del castagno è più semplice se si procede all’impianto di esemplari di due anni già pronti per la messa a dimora. Praticare delle buche nel terreno di almeno un metro cubo, e concimare con almeno 30 kg di letame maturo, da sistemare ai lati della buca.
Le tecniche di innesto sono due: innesto a gemma e innesto a doppio spacco inglese, questo è sicuramente il più utilizzato per la sua efficacia. Il periodo favorevole per l’innesto a doppio spacco inglese è la fine della primavera.
In genere il castagno non necessita di interventi di irrigazione, ma le piante giovani hanno bisogno di essere innaffiate ad intervalli di 20 giorni nei periodi estivi. Nei primi due o tre anni sono invece molto importanti le concimazioni di fosforo e potassio, mentre è consigliabile inerbire il suolo del castagneto con delle leguminose che daranno alle piante un ulteriore apporto di sostanza organica. Bisogna fare attenzione anche al prato, in modo da agevolare le operazioni di raccolta. Per la potatura occorre concentrarsi sulla formazione di una buona struttura di base che aiuterà la crescita della pianta in verticale. In seguito basterà sistemare la chioma con il taglio di succhioni o rami affastellati.
La coltivazione del castagno è quindi piuttosto semplice.