Il cavolo cappuccio è viene coltivato con frequenza annuale e, a seconda delle diverse qualità, si sviluppa in estate, in autunno o in inverno. Viene coltivato nell’orto per scopo alimentare, è ottimo sia crudo che cotto, ed è adatto per la preparazione di ottimi piatti, soprattutto in umido, con l’aggiunta ad erbe aromatiche e bacche di ginepro.
Risulta essere riconoscibile per la sua struttura particolare, una palla compatta formata da foglie sovrapposte, di colore e forma variabili. Grazie all’ampiezza delle foglie e alle sfumature, costituisce anche un magnifico elemento decorativo per l’orto, soprattutto durante la stagione invernale.
Come ogni altra varietà di cavolo, anche il cavolo cappuccio richiede un terreno molto fertile e una coltivazione a rotazione triennale. Il terreno adatto è neutro o lievemente acido, ricco di letame o di compost e ben vangato. Nel caso si seguano i metodi di agricoltura biologica, il concime è unicamente di origine vegetale o naturale e, per incrementarne la fertilità, è utile coltivare i cavoli sulla stessa terra che nella stagione precedente ha ospitato fagioli o piselli. A parte questi semplici accorgimenti, il cavolo cappuccio non ha esigenze particolari, occorre solo evitare i ristagni di acqua e scegliere una posizione ben esposta al sole. Questa pianta si sviluppa con un clima umido e leggermente freddo, tuttavia si adatta perfettamente anche ad un ambiente temperato.
Le varietà di cavolo cappuccio a crescita rapida vengono seminate in semenzaio con terreno idoneo e semi sparsi e radi, provvedendo successivamente, dopo la germinazione, se necessario, a sfoltire le piantine, fino a mantenerle ad una distanza di una decina di centimetri una dall’altra. Dopo un periodo di rinvigorimento, potranno essere trapiantate in filari, ad una distanza di 45 centimetri circa. Le varietà invernali devono essere seminate in primavera e trapiantate a giugno, ad una distanza di almeno 60 centimetri, visto che rimarranno più a lungo nel terreno, lo stesso metodo vale per le piante a crescita primaverile, seminate in estate e trapiantate in autunno, ad una distanza di 45 centimetri. Il terreno che accoglie le piantine di cavolo dovrebbe, possibilmente, avere ospitato altra colture nella stagione precedente, in alternativa può essere concimato con letame o compost naturale, e irrigato quanto basta. Se il terreno è stato preparato con attenzione, e sono state rispettate adeguatamente le distanze, la coltivazione del cavolo cappuccio generalmente si svolge senza difficoltà. Risulta essere utile effettuare un’accurata pacciamatura durante la stagione invernale e irrigare le piante nei mesi più aridi, verificando che il terreno sia costantemente umido.
I cavoli richiedono sempre una certa umidità del terreno, per tale ragione, prima di mettere a dimora le piante, è necessario vangarlo con attenzione. Nella stagione calda, è importante effettuare anche una pacciamatura che eviti all’acqua di evaporare e di inaridire il terreno, oltre ad irrigare spesso. Per la concimazione, in aggiunta alla preparazione del terreno, si utilizzano prodotti specifici per i cavoli primaverili a base di solfano ammonico, o fertilizzanti generici per le varietà estive e autunnali, si tratta di prodotti che possono essere sostituiti facilmente da sostanze di origine naturale. Non è raro che il cavolo sia preda dei parassiti, per chi segue le tecniche dell’agricoltura biologica, questo problema può essere evitato con successo semplicemente associando la coltivazione dei cavoli ad altre piante, come pomodori, sedano, spinaci e insalata, che allontaneranno gran parte degli infestanti.
Quando la fitta corolla di foglie che costituisce il corpo del cavolo cappuccio, si apre per produrre il fiore, è il momento in cui la pianta raggiungere il maggior vigore, e coincide con quello della raccolta. Risulta essere possibile estrarre totalmente la pianta dal terreno, o conservare la parte inferiore, per favorire una ricrescita. La raccolta avviene in relazione alla varietà della pianta, partendo da marzo o aprile per proseguire fino all’inverno. Normalmente, il cavolo cappuccio, come la verza e gli altri tipi di cavoli, viene consumato fresco, cotto o, più raramente, crudo.
In cucina, il cavolo cappuccio si gusta crudo in insalata, abbinato a mele, noci e formaggi, e per la preparazione di squisite specialità: minestre vellutate, zuppe, primi piatti a base di pasta e risotto, in umido e nelle torte salate, oltre ad essere l’ingrediente fondamentale per la preparazione dei crauti.
La coltivazione del cavolo cappuccio è quindi semplice.