In questa guida spieghiamo come coltivare il finocchietto selvatico.
Il finocchietto selvatico è ampiamente conosciuto e utilizzato in molti piatti della tradizione, visto che è completamente commestibile, dai semi alle foglie, senza rinunciare alle radici e ai fusti. Per quanto riguarda i semi, questi vengono utilizzati secchi e sono importanti per dare un aroma particolare a determinati alimenti, come il pesce. Il resto della pianta, invece, deve essere consumata fresca quando viene raccolta.
Per quanto riguarda la sua struttura, il finocchietto selvatico è composto di radici a fittoni e da una fioritura caratterizzata da piccoli fiori bianchi che vanno a comporre le ombrelle. Le foglie sono definite da un verde brillante e da una forma filiforme.
Il finocchietto selvatico è una pianta poco esigente ma, nonostante questo, preferisce un clima temperato caldo e una posizione soleggiata. Questo significa che tende a non sopportare il freddo, per cui va protetta da condizioni climatiche estreme e particolarmente dure. A questo, poi, si aggiunge il fatto che cresce in modo spontaneo in terreni aridi e ghiaiosi ma richiede una superficie soffice, drenata e ricca di sostanze organiche. Nel caso, invece, di terreni particolarmente argillosi, è possibile correggerli aggiungendo sabbia o ghiaia.
Vediamo cosa fare per provare a coltivare al meglio il finocchietto. Iniziamo, ovviamente, dalla semina. Questa viene effettuata direttamente a terra sfruttando il calore tipico della primavera inoltrata e di tutta l’estate. In alternativa è possibile utilizzare anche i semenzai, nel periodo primaverile. In entrambi i casi, i semi devono essere distribuiti a spaglio. Una volta fatto questo, è necessario coprirli con uno strato di terra piuttosto sottile. A questo punto non rimane che attendere la crescita per iniziare a sfoltire gli esemplari più deboli. In questo modo non si fa altro che lasciare spazio agli esemplari più forti. Per quanto riguarda i semenzai, poi, le piantine vengono estirpate per essere messe nella dimora definitiva una volta che hanno raggiunto tra i 10 e i 12 cm. Nella dimora devono essere poste a distanza di circa 30 o 35 cm.
Una volta visti i passaggi da seguire nel momento della semina, è la volta di spiegare la tecnica di innaffiamento. Iniziamo con il dire che il finocchio non richiede una grande quantità di acqua. Per questo, dunque, gli interventi esterni dipendono sostanzialmente dal tipo di stagione in cui ci si trova e dalla frequenza di piogge più o meno intense. Per essere più chiari, dunque, si deve provvedere a integrare l’assenza di precipitazione nei periodi di siccità. Ovviamente si consiglia di evitare di annaffiare durante le ore più calde del giorno. In questo caso, infatti, si potrebbe rischiare di bruciare irrimediabilmente la pianta.
Un aspetto importante da considerare, se si vuole ottenere una buona produzione di finocchietto selvatico è la concimazione. Il primo intervento in questo senso è previsto nel momento in cui si sta preparando il letto di semina in piena terra. L’ideale è aggiungere del letame maturo, elemento che contribuisce al successo della coltivazione. Nel caso in cui fosse necessario, poi, tutta l’operazione deve essere ripetuta in autunno utilizzando stallatico maturo da interrare ai piedi della pianta. Parlando di proporzioni, si consiglia di utilizzare 2 kg per ogni metro quadro.
Concludiamo questo articolo parlando dell’ultima operazione del processo di coltivazione. Ci stiamo riferendo, ovviamente, al raccolto, momento in cui si vedono letteralmente i frutti delle energie utilizzate per queste attività. Nel caso specifico del finocchietto selvativo, però, è necessario fare una differenziazione tra le foglie e le guaine e la parte interrata. Le foglie e le guaine, infatti, vengono raccolte quando servono, mentre la parte interrata deve essere estirpata in un periodo ìche va dalla fine dell’estate all’inizio dell’inverno. I semi, poi, che sono conservati secchi, vengono raccolti, molto semplicemente, quando giungono a maturazione. Bisogna prestare particolare attenzione a questo momento. Infatti, se non sono raccolti prima che la pianta secchi, i semi si disperdono sul terreno e trasformano il finocchietto in una vera e propria pianta infestante.
Una volta raccolti i fiori, è consigliabile tagliare la pianta rasoterra. In questo modo, infatti, si cerca di favorire il presentarsi di nuovi getti.
Coltivare il finocchietto selvatico è quindi semplice.