In questa guida spieghiamo come coltivare la papaya.
La papaya è una pianta tropicale originaria dell’America centrale. Attualmente, la papaya è diffusa in tutto il mondo, si sviluppa soprattutto negli ambienti dal clima caldo e umido, ma con alcuni accorgimenti può essere essere coltivata anche in serra. La pianta, di medie dimensioni, produce un frutto simile ad un melone dalla forma allungata, morbido e dolce, noto per le sue proprietà energetiche. Oggi è coltivata ovunque, dal Brasile, alle isole caribiche, alla Nuova Zelanda e all’Australia, alla Florida, all’India e alle Filippine, a Israele, grazie ai navigatori spagnoli e portoghesi che ebbero modo di conoscerla nel corso dei grandi viaggi.
La condizione necessaria per fare in modo che la pianta possa crescere e svilupparsi è la temperatura, che dovrebbe mantenersi sui 25 gradi, e non scendere mai al di sotto di 15 gradi, è questa la ragione per cui in Italia la papaya può essere coltivata con successo solo in Sicilia. Con il clima adatto, la pianta si sviluppa rapidamente, e al secondo anno riesce già a fiorire e fruttificare in ogni stagione, non è raro trovare su uno stesso arbusto i fiori e i frutti maturati in misura differente. I frutti reperibili in commercio provengono in grande parte dalle Hawaii, e sono leggermente più piccoli della qualità che cresce nelle foreste tropicali.
L’albero della papaya è una pianta erbacea, con pochi rami e un tronco morbido che può raggiungere un’altezza variabile intorno ai 5 metri e un’età di circa 20 anni, dalle grandi foglie a sette lobi. Le piante producono fiori maschili, femminili o ermafroditi spesso in alternanza tra una stagione e l’altra, in relazione alle variazioni della temperatura. I frutti, dal colore giallo arancio, possono avere o non avere i semi in relazione alle diverse varietà, la polpa è dolce e succosa, con un sapore che ricorda quello dell’ananas.
La papaya non è semplice da coltivare fuori dal suo ambiente, ma con un clima umido e caldo può offrire una crescita rigogliosa. Le piantine devono essere interrate già parzialmente sviluppate, in un terreno morbido e drenato, visto che le radici, con un eccesso di acqua, tendono a avere problemi. Per lo stesso motivo, anche l’irrigazione necessita di attenzione, è opportuno dosare con precisione l’acqua, innaffiare regolarmente la pianta ma attendere che il terreno si asciughi, e soprattutto prestare molta attenzione al drenaggio, specialmente se la piantina è stata interrata in vaso.
Come spiegato in precedenza, la temperatura ideale è intorno ai 25 gradi e mai sotto 15 gradi, con escursioni termiche molto lievi. Sotto i 25 gradi la pianta non fruttifica e non fiorisce, mentre a 0 gradi non è in grado di resistere. La fruttificazione è favorita da una corretta esposizione al sole, la cui luce contribuisce allo sviluppo di una maggiore quantità di frutti gustosi e ricchi di zucchero. In relazione alla sua capacità di produrre frutti durante tutto l’anno, la pianta di papaya richiede una concimazione a base di letame e sali minerali, da effettuarsi in primavera. Data la sua conformazione, deve essere riparata dal vento, che rovina le foglie e compromette le radici, non necessita di essere potata e, negli ambienti che consentono la coltivazione in piena terra, le piante vengono sostituite quando iniziano a perdere vigore ed a produrre pochi frutti.
Per riprodurre la papaya, il metodo più semplice è quello di procurarsi i semi, anche direttamente da un frutto, tenendo presente che a germinare meglio sono quelli provenienti da Brasile e località caraibiche. Dopo averli lavati, possono essere piantati in uno strato di torba inumidito, da mantenere in un ambiente caldo ma non troppo umido, quale può essere un germinatoio, per vedere svilupparsi le piantine dopo circa un mese. Quando avranno raggiunto un’altezza di 5 centimetri, possono essere rinvasate con delicatezza in vasi singoli, se le condizioni sono ideali, raggiungeranno mezzo metro di altezza in meno di un anno. Prima di interrarle, se il clima lo permette, è opportuno tenerle un anno in serra, l’estate successiva, se la pianta è ermafrodita, inizierà a fiorire e probabilmente a fruttificare. Se viene coltivata in serra o in un ambiente chiuso, come avviene nelle località più fredde, in mancanza di insetti impollinatori deve essere impollinata manualmente, è consigliabile coltivarne diversi esemplari, non solo perché non sempre resistono, ma anche per avere a disposizione piante maschili e femminili.
In alternativa, nei vivai è possibile trovare piante di qualità ermafrodita, certificate e pronte per essere invasate, una soluzione che si raccomanda nel caso in cui si decidesse di coltivare la papaya in vaso, pratica obbligatoria nelle regioni non sufficientemente calde, visto che l’adattamento e lo sviluppo della pianta in questo caso sono più difficoltosi.
La papaya coltivata in vaso richiede le stesse precauzioni per l’irrigazione e la concimazione, può essere portata all’aperto nei periodi in cui la temperatura non scende sotto i 15 gradi, e ritirata in serra dall’autunno a primavera, preoccupandosi che riceva una giusta quantità di luce per permettere lo sviluppo.