In questa guida spieghiamo come e quando potare il mandorlo.
Nonostante le sue origini abbiano una provenienza lontana come l’Asia, il mandorlo riesce a crescere con successo anche sul nostro territorio. Ovviamente, come accade per tutte le altre piante da frutto, anche in questo caso, per ottenere il massimo del risultato, è necessario l’intervento dell’uomo. Nello specifico stiamo parlando della potatura, grazie alla quale la pianta viene aiutata a raggiungere la sua struttura ottimale e, allo stesso tempo, a intensificare la fase produttiva. Prima, però, di andare a guardare da vicino le diverse tecniche da applicare sul mandorlo, è necessario conoscere le qualità e le caratteristiche di questa pianta. Iniziamo con il dire che esistono varie qualità di mandorlo. Le più diffuse sul nostro territorio sono la Sativa, caratterizzata da un seme dolce e dalla parte interna del frutto dura e legnosa, la Fragilis, anche questa con seme dolce ma con il cuore più sottile, e l’Amara. In questo caso, come risulta essere facilmente deducibile dal nome, ci troviamo d fronte ad una pianta dal seme amaro prodotto dalla presenza di un composto chimico conosciuto come amigdalina.
Inoltre, in natura, lasciata libera di crescere senza alcun intervento, la pianta del mandorlo può raggiungere anche altezze notevoli che vanno dai cinque ai dieci metri. Per quanto riguarda la struttura dei suoi rami, questi contribuiscono a creare una forma globosa, contenendo sia delle gemme a fiore che a legno. La fioritura ha inizio ai primi accenni di primavera. Questo significa che ci troviamo davanti a una fioritura precoce che mostra i suoi segni prima che compaiano le foglie. Chiudiamo la descrizione proprio considerando i fiori. Questi sono di colore bianco con alcune delicate sfumature di rosa e, in modo del tutto sorprendente, possono fare la loro prima comparsa anche durante i mesi di gennaio e febbraio sempre che si trovino in zone particolarmente miti. Nonostante questo, però, il mandorlo è una pianta particolarmente resistente in grado di ambientarsi senza troppi problemi anche a climi più rigidi, anche se i suoi nemici più temibili sono le gelate, in modo particolare quelle tardive.
Detto questo, passiamo a considerare le tecniche di potatura più utilizzate e efficaci per il mandorlo, anche se per i primi anni di età l’intervento previsto è relativo e volto esclusivamente a definire la forma della pianta. In questo caso, è possibile scegliere tra tre diverse forme, a vaso, a palmetta e a crescita libera. Iniziamo da quella definita a vaso. Il primo passo è rappresentato da un astone robusto, tagliandolo più o meno a 50 cm da terra. Fatto questo, per un anno si lascia crescere la pianta liberamente. Solamente con l’arrivo della primavera successiva verranno selezionati 4 o 5 tra i rami più rigogliosi che protendono verso l’esterno. Questi, però, saranno spuntati esattamente a 40 centimetri dal tronco. Per agire nuovamente si dovrà aspettare ancora un anno. Al ritorno della stagione primaverile, però, si agirà sui germogli, andando a mantenere solamente quelli esterni. Anche per creare la forma a palmetta si dovrà ridurre l’astone a 80 centimetri dal suolo. Dopo saranno selezionate le tre branche principali. Tutti gli altri rami, invece, saranno potati e sfoltiti. Passato un anno, poi, anche la branca verticale sarà accorciata, selezionandone altre due branche laterali, in modo da comporre un secondo livello di ramificazione.
Chiudiamo la parte sulla potatura di allevamento con la crescita libera. In questo caso ci troviamo davanti a una tecnica scelta particolarmente da chi ha intenzione di coltivare a livello amatoriale un mandorlo in casa propria. Come il nome stesso suggerisce, dunque, lo scopo è di lasciare alla pianta la sua forma naturale. Questo, però, non significa l’assenza d’interventi specifici. Il fusto deve raggiungere i 150 o 200 centimetri di altezza. Sopra il taglio, poi, vanno mantenuti 4 o 5 rami robusti da potare a 40 cm di lunghezza. Su questi, poi, si formeranno vari germogli che daranno al mandorlo il suo aspetto finale.
Stabilita la forma desiderata, è la volta di passare alla potatura di produzione. Fondamentale è sapere che il mandorlo tende a essere produttivo ogni due anni. Questo significa che la potatura agisce soprattutto nell’eliminazione dei succhioni, l’accorciamento dei rami più alti e lo sfoltimento della chioma in modo tale che il sole e la luce riescano a filtrare senza alcun problema attraverso tutta la pianta. La fioritura vera e propria, poi, avviene sui rami di un anno d’età, il che significa che devono essere mantenuti in buono stato e in un numero equilibrato. Fate attenzione a un particolare, però. Quando il mandorlo è potato, ha la tendenza a produrre della gomma. In sostanza vuol dire che i tagli devono essere veramente minimi, soprattutto se effettuati sui rami di grande diametro. Per finire, poi, tra il mese di febbraio e marzo è possibile applicare sui tagli una specie di mastice con azione cicatrizzante.
Potare il mandorlo è quindi semplice.