In questa guida spieghiamo come e quando potare l’ulivo.
Se dopo una vacanza in Umbria o in Toscana vi siete innamorati di un uliveto tanto da pensare di acquistarne uno per avere un angolo di pace campestre grazie al quale dedicarsi alle attività agricole, prima di lasciarsi andare alla rilassatezza della campagna è necessario essere consapevoli del fatto che avere un uliveto comporta delle azioni e delle attività precise, da eseguire con una scadenza stagionale. Queste, infatti, sono essenziali per mantenere produttive le proprie piante. Tra tutte, la potature riveste un’importanza fondamentale. Vediamo, dunque, i tempi e le tecniche da utilizzare per rendere più facile la crescita ai propri ulivi. Prima di addentrarci nelle varie tecniche da utilizzare, vediamo alcuni elementi generali che, comunque, hanno la loro importanza per organizzare e scandire nel migliore dei modi l’intervento.
Iniziamo con il dire che la potatura di un ulivo si deve effettuare durante la stagione invernale, subito dopo avere portato a termine il raccolto. In alcuni casi, però, le due operazioni coincidono, essendo effettuate nello stesso momento, ossia dalla fine di ottobre ai primi di gennaio. Molto, però, dipende dalle condizioni climatiche, che possono essere tardive o precoci. Nel caso di una potatura in concomitanza del raccolto, il lavoro si concentra maggiormente sui rami da legna, ossia quelli che non producono frutti. Eliminandoli si assicura maggiore spazio alla luce per raggiungere anche le zone più interne e nascoste della pianta. Oltre a permettere ai rami di ultima generazione la possibilità di crescere nel modo giusto.
Risulta essere risaputo che l’ulivo, nonostante sia una pianta particolarmente forte, soffre le temperature troppo rigide con pericolo di gelate. Queste, in particolare, rappresentano l’unica vera grande minaccia per la pianta. Per questo motivo, dunque, alcuni preferiscono rimandare il momento della potatura, condizione che espone l’ulivo ad uno stato di fragilità, ad una stagione più calda e meno minacciosa, come quella primaverile.
Detto tutto questo, però, è importante chiarire che la potatura è un’attività da svolgere con grande precisione e perfetta conoscenza dei mezzi da utilizzare. In caso contrario si rischierebbe di rovinare la fruttificazione della pianta. Per questo, dunque, se si ha la consapevolezza di non essere particolarmente preparati, è il caso di mettere i propri ulivi nelle mani di esperti del settore.
Chiarite le nozioni di base, vediamo quali sono le tecniche più utilizzate per portare a termine una buona potatura. La prima distinzione da fare è quella tra la potatura manuale e quella meccanica. La scelta dipende molto dalla grandezza dell’azienda. L’introduzione dei macchinari, infatti, è consigliata soprattutto per uliveti piuttosto ampi, visto che riesce a ridurre notevolmente i tempi impiegati per portare a termine tutto il lavoro.
Qualunque sia la scelta, comunque, la potatura inizia sempre con lo sfoltimento e l’eliminazione dei rami secchi, spezzati o caratterizzati da qualche patologia. Per quanto riguarda, poi, gli strumenti da utilizzare, sono direttamente collegati al diametro del ramo. Questo significa che, se ci si trova di avanti a rami con diametro da 2 o 3 centimetri, è sufficiente usare la cesoia, mentre per grandezze maggiori si deve ricorrere al seghetto. Se, poi, i rami da potare non sono raggiungibili in modo semplice e, cosa ancora più importante, in perfetta sicurezza, allora si deve utilizzare uno svettatoio. Con questo nome si identifica una cesoia collegata ad un’asta che viene azionata da terra attraverso una cordicella.
Qualunque sia lo strumento utilizzato, è comunque importante produrre un taglio netto, pulito, senza nessuna sbavatura. Per quanto riguarda, poi, le ferite più profonde, devono essere curate con del mastice cicatrizzante per evitare che la pianta si infetti o subisca degli attacchi da parte di eventuali funghi
Quando si affronta il concetto stesso di potatura, comunque, uno dei dubbi più grandi riguarda essenzialmente le parti che sono interessate a questa attività, da distinguere da quelle che, invece, ne rimangono assolutamente escluse. Il primo aspetto di cui tenere conto per non sbagliare è l’estensione verso l’esterno dei rami dedicati alla produzione. Questo significa che l’attenzione durante la potatura si deve concentrare essenzialmente verso l’eliminazione dei succhioni. Si tratta di una vegetazione di legno identificabile con rami consistenti che crescono verso l’alto e all’interno della pianta. Oltre a questi, devono essere potate anche le branchette produttive esauste. Nonostante il nome particolare, non si tratta altro che di rami poco alimentati dalla pianta, posizionati in ombra oppure piccoli e rinsecchiti rispetto a quelli che, invece, compongono la struttura produttiva della pianta.
Una volta concluso l’intervento esterno su tutti gli elementi indicati fino a questo punto, è la volta di passare all’interno della chioma. Questo lavoro di sfoltimento, in particolare, è utile proprio per arieggiare quanto più possibile l’ulivo, permettendo all’aria e, in particolare, ai raggi di sole, di raggiungere anche le zone interne più nascoste. Per terminare il tutto, poi, è opportuno andare ad eliminare anche i rami più alti che non permettono di lavorare in sicurezza.