In questa guida spieghiamo come potare un albicocco.
Senza dubbio la frutta estiva è tra la più gustosa e piacevole da mangiare, e non è nemmeno un caso che sia utilizzata in grande quantità anche per fare delle marmellate da tenere in dispensa per la stagione invernale. Una delle confetture più apprezzate è sicuramente quella di albicocca. Così, se siete tra i fortunati possessori di un bel giardino e di una famiglia golosa di questo alimento, perché non provare a coltivare un albicocco casalingo. Ovviamente, perché tutto vada per il meglio e il vostro albero sia in grado di assicurarvi una buona produzione fruttifera stagionale, c’è bisogno di un certo tempo e, soprattutto, di svolgere alcune azioni specifiche con attenzione e maestria.
Una di queste, se non la più importante, è la potatura per cui si deve rispettare una precisa stagionalità e delle modalità che sono tutto tranne che casuali. Come accade per altre piante da frutto, anche per l’albicocco sono previste due diverse tipe di potatura, quella di formazione e di produzione. La prima è fondamentale perché segue l’albero nei primi anni di sviluppo e contribuisce a imprimere lo stile della sagoma e, in qualche modo, anche la qualità della produzione. La seconda, invece, ha lo scopo di mantenere i risultati ottenuti, tenendo la pianta sempre in ordine. Detto questo, andiamo con ordine e vediamo in cosa consistono esattamente questi due diversi tipi d’intervento.
Per quanto riguarda la potatura di formazione, il primo passo consiste proprio con l’interro del pollone. Dopo è previsto un solo taglio con il quale viene eliminata solo la parte apicale della pianta. Nello specifico, il taglio avviene a una precisa altezza che, più o meno, corrisponde a due metri. Molto, comunque, dipenderà dall’altezza che la pianta dovrà avere in futuro. Con la nuova stagione, poi, dal taglio nasceranno dei nuovi rami. Quelli che devono servire alla formazione dello scheletro, ossia 3 o 4, saranno tagliati a 30 o 40 cm dal taglio iniziale. Gli altri, invece, verranno eliminati direttamente alla base. Successivamente, quando arriverà la nuova stagione vegetativa, ci si comporterà allo stesso modo per ogni nuovo nato. Il processo, così come lo abbiamo descritto, deve essere applicato per i successivi tre o quattro anni. Almeno fino a quando non si sarà raggiunto lo scheletro desiderato. Ricordate che è possibile dare al vostro albero varia sagome, come a spalliera e ad alberello, variando semplicemente l’altezza del taglio iniziale.
Per quanto riguarda la potatura di produzione, invece, questa ha lo scopo di mantenere in ordine l’aspetto della vostra pianta, il che vuol dire andare a eliminare i rami secchi, spezzati o comunque indeboliti. In questo modo la chioma rimarrà sempre pulita e ogni ramo sarà perfettamente accessibile al momento della raccolta. Per quanto riguarda la produzione di frutti, poi, tenete presente che la potatura non aiuta in modo evidente ad aumentarla. Anzi, ricordate che per l’albicocco ogni taglio rappresenta uno stress perché tende a cicatrizzare piuttosto lentamente. Dunque, quando si deve intervenire, bisogna farlo con consapevolezza e senza esagerare troppo. Si può agire in maniera più incisiva solo nei primi anni di vita, visto che in quel periodo la pianta fruttifica sui rami più giovani. A questo punto, però, sorge un altro dubbio, quello relativo a quale risulta essere il periodo migliore per intervenire sull’albicocco.
Anche in questo caso bisogna fare una distinzione, perché esiste una potatura invernale, anche detta a secco, e un’estiva, conosciuta come la potatura a verde. Per quanto riguarda la prima, questa avviene durante il periodo di riposo vegetativo, ossia verso la fine della stagione invernale, tra gennaio e febbraio. Anche se non bisogna perdere di vista le condizioni climatiche delle zone dove si agisce. Ad esempio, se ci si trova in regioni in cui non sono insolite delle gelate tardive nel mese di marzo, allora la potatura invernale può essere anticipata al periodo autunnale. In questo momento, infatti, la pianta ha perso completamente le foglie e si sta preparando al periodo di riposo.
La potatura estiva, invece, ha lo scopo di rendere più ariosa la chioma e a eliminare la presenza di eventuali succhioni. Questa deve avvenire nel pieno della stagione vegetativa, ossia tra fine giugno e luglio. Anche in questo caso, però, bisogna tener conto della situazione climatica della zona dove si trova l’albicocco. Per quanto riguarda la tecnica, poi, è necessario indossare dei guanti appositi, utilizzare gli strumenti giusti che, in particolare, siano adatti alla grandezza dell’albero che si andrà a tagliere praticare delle incisioni nette. Perché questo sia possibile, però, è obbligatorio usare delle lame affilate, in caso contrario si avrebbero delle sfilacciature dannose per la corteccia stessa dell’albero. Per concludere, poi, non dimenticate di munirvi di un mastice cicatrizzante. Questo è fondamentale per proteggere i rami da infezioni all’altezza del taglio. Per finire, poi, concludiamo con il ricordare che l’albicocco mal sopporta degli interventi troppo profondi e costanti da parte dell’uomo. Quindi sappiate misurare con intelligenza.