In questa guida spieghiamo come coltivare gli albicocchi.
Senza timore di esagerare, è possibile affermare che non esiste frutta più gustosa, dolce e appagante di quella prodotta e consumabile durante i mesi estivi. Sarà proprio per la lunga esposizione al sole, che ne determina una maturazione più saporita e profumata, oppure il colore delle bucce che variano dal rosso intenso delle ciliegie fino all’arancio delle albicocche. Risulta essere proprio della pianta destinata alla produzione di questo frutto che, nella guida in questione, vogliamo parlare. In modo particolare, proveremo a capire come avventurare nella coltivazione delle albicocche anche all’interno del proprio giardino. I risultati potrebbero essere sorprendenti e ricchi di soddisfazione come, per esempio, il raccolto giusto per garantire un consumo domestico o la produzione casalinga di gustose marmellate da utilizzare nei mesi invernali.
Prima di addentrarci nelle spiegazioni tecniche, cerchiamo di capire di cosa stiamo parlando. Iniziamo con il dire che le origini dell’albicocco sono piuttosto varie. Questo, infatti, si trova in più zone tra cui quella cinese, centro asiatica e iranocaucasica. Per quanto riguarda l’Italia, poi, si trova maggiormente nelle regioni meridionali. Per quanto riguarda, poi, la sua fioritura, è di tipo precoce, il che significa che potrebbe essere soggetto ai pericoli di gelate improvvise, soprattutto per quanto riguarda il periodo primaverile. Proprio per evitare questo inconveniente, ad esempio, la coltivazione dell’albicocco è stata spostata prevalentemente nel sud Italia, dove è garantita una temperatura più costante al riparo di alcune bizzarrie stagionali.
A questo punto, fatte le dovute presentazioni del caso, proviamo a vedere più da vicino gli elementi tecnici che si devono utilizzare per ottenere un risultato soddisfacente anche nel proprio giardino. Per prima cosa poniamo l’attenzione sulle forme di coltivazione più diffuse. In particolare si conoscono e applicano quattro tipi, il vaso a tre branche, il vaso semilibero a quattro o cinque branche, il vaso ritardato e il fusetto. Qualunque sia la vostra scelta, comunque, ricordate che l’albicocco preferisce sempre il volume e non la forma appiattita. Per quanto riguarda l’irrigazione, poi, questa tende a essere quasi assente ma si intensifica maggiormente nei periodi più caldi che vanno da maggio a settembre. La composizione del terreno, invece, richiede una buona dose di Azoto. Nonostante la necessità naturale di questo elemento, però, fate attenzione a somministrarlo nel modo e nella quantità giusta. Un eccesso di azoto, infatti, potrebbe produrre molto legno ma debole. Per evitare questo inconveniente, dunque, è consigliabile di distribuirlo sempre in 4 o 5 volte. In questo modo la pianta riesce a assimilarlo nel migliore dei modi per il suo beneficio.
Per quanto riguarda la potatura, altro momento particolarmente delicato della pianta, tenete presente che deve essere effettuato tenendo conto del tipo di fruttificazione, ossia a seconda che si produce su dardi, rami misti o rami anticipati. Inoltre ricordate anche che la fase del diradamento deve essere eseguita durante l’indurimento del nocciolo. Infatti, se si ritarda il tutto di venti o trenta giorni non si otterranno più i risultati sperati. Ora, dopo avere cercato di capire come rendere il più ottimale possibile l’ambiente naturale e come agire sulla pianta in modo efficace senza, però, essere invasivi e commettere degli errori, si presuppone di essere arrivati al momento migliore, quello che regala le soddisfazioni più grandi a qualsiasi agricoltore, sia esso alle prime armi o esperto. Stiamo, ovviamente, parlando del raccolto. Anche in questo caso, come per tutte le altre fasi, si devono seguire delle modalità per evitare di rovinare tutto sul più bello. In realtà, però, si tratta di accortezze molto semplici. La prima, per esempio, considera proprio la composizione piccola e delicata del frutto per cui si prevede, esclusivamente, una raccolta a mano. Certo, in termini numerici, soprattutto se si considera una produzione su larga scala, si ottiene una lavorazione più lunga e meno redditizia, sempre considerando la singola giornata.
L’applicazione della raccolta meccanica non è certo impossibile e aumento il reddito globale. Risulta essere anche vero, però, che un numero elevato di frutti potrebbe essere lesionato e inadatto alla vendita diretta o alla grande distribuzione. A quel punto, però, non pensate le parti lesionate vadano perse. Queste, infatti, sono dedicate a delle produzioni specifiche come quelle dei succhi di frutta e delle marmellate. Per quanto riguarda la realizzazione dello sciroppato, però, una caratteristica importante è rappresentata dalla polpa, che deve essere compatta, mentre per quanto riguarda la trasformazione in liquido, questo deve avere sempre un colore assolutamente limpido. Ovviamente, quanto detto sulla possibilità di una raccolta a mano o meccanica e sul modo in cui la tecnica prescelta possa variare sulla quantità di lavoro svolto a giornata, riguarda e interessa in modo specifico chi si dedica a una coltivazione ampia, dirigendo il prodotto a una vendita ampia. Per chi, invece, desidera solamente avere a disposizione una produzione casalinga, è possibile procedere con la raccolta a mano in piena tranquillità e nel massimo rispetto della coltivazione.