Prima di cominciare a lavorare una pianta bisogna studiare il materiale a disposizione da ogni suo lato, analizzandone a fondo i dettagli, non solo allo scopo di rintracciare quelli ideali per l’educazione a bonsai, ma anche quelli che sembrano agire contro tale obiettivo, allo scopo di eliminarli o quantomeno ridurli.
Indice
DIFETTI DELLE RADICI
I difetti più evidenti che si possono riscontrare nell’apparato radicale di un bonsai sono:
-radici avvolte: in natura vengono strozzate e quindi cessano la loro funzione oppure vengono inglobate l’una all’altra. Nella coltivazione a bonsai se non è possibile districarle, si dovranno eliminare, tagliandole;
-radici da un solo lato: danno un senso di instabilità alla pianta. Si può ovviare a questo difetto collocando una pietra o un ciuffo di erba dove mancano, oppure piantare l’albero vicino al bordo del vaso;
-radici sollevate: sono poco naturali. Possono essere corrette ancorandole al vaso;
-radici verticali: danno un senso di precarietà. In questo caso si interviene alzando un po’ il terriccio in modo da occultarle parzialmente;
-radici troppo grosse o piccole: appaiono sproporzionate e quindi innaturali. Si può rimediare a questo inconveniente tagliando quelle grosse e selezionando quelle piccole.
DIFETTI DEL TRONCO
Osservando un bonsai, anche il principiante potrà notare i grossi tagli, risultato di potature drastiche e i segni dei fili lasciati troppo a lungo. Sul tronco si possono riscontrare anche altri difetti:
-la forma cilindrica, che lo fa apparire poco naturale. In questo caso si dovrà cercare di incrementare la crescita alla base;
-i tronchi che si sviluppano a “S” sono troppo monotoni, alcune di queste curve vanno educate con un movimento diverso;
-il tronco che parte stretto e poi s’ingrossa non è piacevole. Generalmente la parte stretta è una porzione di fittone: sarà necessario stimolare la crescita delle radici o innestarle;
-le curve del tronco sono rivolte prima in avanti e poi repentinamente verso il retro, in questo caso verrà a mancare la sensazione di profondità, per rimediare, se è possibile, si cercherà di correggerle tramite l’avvolgimento;
-la forma ad arco è innaturale, la si può correggere con l’avvolgimento.
DIFETTI SUI RAMI
L’aspetto delle radici e del tronco sono molto importanti, ma un ruolo ancor più rilevante ai fini estetici lo giocano i rami che dovranno essere soprattutto ben disposti, proporzionati e in armonia con il tronco. Capita sovente che i rami di una determinata pianta non risultino adatti alla formazione di un bonsai, perciò è necessario rimuoverli o educarli con il filo. I loro difetti principali sono:
-mancanza di apice; l’apice dovrebbe terminare con l’ultima crescita, in questo caso è bene incrementare le nuove crescite;
-rami monchi, essi danno un’apparenza di artificiosità, anche in questo caso è bene incrementare le nuove crescite;
-rami con rigonfiamenti, poiché hanno un aspetto poco gradevole, occorrerà intervenire eliminando la parte escrescente;
-rami che si incrociano, essendo a contatto, con l’attrito si segnano: se non si possono rimuovere, andranno educati con il filo;
-rami paralleli che crescono uno sopra l’altro nella stessa direzione; si interviene rimuovendo quello meno interessante, valutando l’aspetto d’insieme.
-rami piccoli tra quelli grossi, essi appaiono innaturali e quindi vanno eliminati;
-rami che partono dalla stessa altezza, se sono collocati nella parte bassa della pianta si lasciano solo quelli che interessano, asportando gli altri; se invece sono posti nella metà alta se ne lascia crescere solo uno.
DIFETTI DELL’APICE
L’apice di una pianta è molto importante, educandolo però è facile incorrere in errori
-sostituendo l’apice non bisogna ripiegare quello precedente per ricreare un ramo, poiché risulterà sproporzionato, occorre invece eliminarlo completamente.
-un apice che germoglia al di fuori della silhouette risulta innaturale, quindi occorre ridurlo;
-quando si rimpiazza l’apice non bisogna lasciare monconi del vecchio tronco, almeno che non si vogliano educare a jin;
-apici germogliati e apici secchi (jin) non devono essere della medesima altezza.