In questa guida mettiamo a disposizione alcuni consigli utili su come coltivare le lenticchie.
Nelle minestre o come contorno condite semplicemente con olio e sale, le lenticchie rappresentano uno degli alimenti più gustosi della nostra cucina. Oltre a essere tra i più consigliati dai nutrizionisti. Nonostante sia sulle nostre tavole da tempo immemore, la lenticchia non nasce nel territorio italiano ma deriva direttamente dalla zona detta Mezzaluna fertile, ossia Siria e Iraq settentrionale. Da questo luogo si è diffusa poi in tutto il mondo, diventando una vera e propria arma di conquista alimentare. Per questo motivo nel mondo esistono nel mondo 3,2 milioni di ettari, equivalente a una produzione di 3 milioni di tonnellate. In sostanza, all’interno di questi numeri, il nostro paese rappresenta una piccolissima percentuale nella produzione, equivalente a meno di 1000 ettari coltivati a lenticchia.
Detto questo, vediamo cosa si intende esattamente quando parliamo di lenticchia. Si tratta di una pianta annuale, bassa, ramificata e gracile. I suoi fiori sono piccoli e bianchi con delle venature rosate o celeste pallido. Per quanto riguarda il colore dei semi, invece, varia dal giallo verde, al grigio fino ad arrivare al bruno. In alcuni paesi sono molto apprezzate le lenticchie con seme grosso, mentre in Italia sono considerate particolarmente pregiate quelle con seme piccolo. Vediamo ora quali sono le caratteristiche ambientali e le difficoltà che possono presentarsi nel caso si voglia tentare l’avventura di una coltivazione. Iniziamo con il dire che le lenticchie sono particolarmente diffuse nelle così dette zone svantaggiate e a clima temperato. In queste zone, nonostante una siccità notevole e un ciclo breve autunno-primaverile, riesce comunque a dare una produzione soddisfacente. Per quanto riguarda il nostro paese, poi, la lenticchia è coltivata sulle zone di altipiano. Qui il tipo di terreno attribuisce al prodotto finale una qualità altissima soprattutto per quanto riguarda il sapore e la facilità di cottura.
Per quanto riguarda la tipologia perfetta di terreno, questa coltura ha un’alta capacità di adattamento a terra di media o bassa fertilità, oltre che a quella di formazione argillosa. Poco adatti, invece, sono proprio i terreni a alta fertilità e troppo umidi. Tutte queste zone, però, sono accomunate da un solo elemento, ossia i loro prodotti sono sottoposti a una selezione solo da poco tempo. Questo, in particolare, serve a ottenere delle varietà sempre più produttive e più facili da coltivare. Un risultato che si raggiunge con l’eliminazione graduale dei difetti e il cambiamento delle abitudini. Così, per ottenere la coltivazione perfetta si deve agire cercando di aumentare la resistenza al freddo, per organizzare la semina anche in montagna, il portamento eretto e l’aumento della resistenza alle varie problematiche che si possono presentare.
Detto questo, vediamo come si coltivano nella pratica le lenticchie. L’elemento più importante da tenere in considerazione è la cura e la preparazione del terreno. Questo comprende alcune attività ben precise come arare per tempo subito dopo aver raccolto il cereale e preparare il letto di semina. In Italia questa è prevista a novembre nelle zone basse e verso marzo o aprile in quelle medio alte. Per quanto riguarda la tecnica, questa prevede l’utilizzo di 300 o 400 semi ogni metro quadro, che devono essere posti alla profondità di 40 o 60 mm. La profondità dipende dalla grandezza del seme utilizzato. Ricordate, inoltre, che questo va conciato per proteggerlo dal marcio delle plantule. Inoltre le erbe infestanti rappresentano un problema di un certo livello per la crescita e l’evoluzione delle lenticchie. Per risolvere il problema, dunque, si deve agire attraverso la scerbatura a mano. Le macchine, invece, non possono essere utilizzate a causa delle file strette nella coltivazione.
Diversamente, invece, la raccolta non può essere fatta in nessun modo a mano quando le piante iniziano a disseccarsi. Per quanto riguarda le piante tagliate vengono lasciate nel campo posizionate a mucchietti per finire l’essiccazione. Terminata questa fase, poi, sono raccolte e trasportate, dove avviene la sgranatura. La trebbiatura diretta con macchinari è possibile da realizzare solamente per un tipo preciso di pianta. Stiamo
parlando di quella a taglia alta con portamento eretto. In questo caso sarà possibile utilizzare anche la falcia andanatura cui segue l’essiccazione delle andane e il passaggio di mietitrebbiatrice munita di pick up. Per finire, come abbiamo già accennato in precedenza, la lenticchia può essere facilmente attaccabile da muffe. Ma non sono solamente queste i nemici che possono minare la qualità di una produzione. Per esempio, i problemi più gravi possono essere dati da marciumi radicali e da ruggine. Tra gli insetti, invece, rappresentano una vera minaccia letale i coleotteri curculionidi del tipo Sitona. In questo caso gli adulti si nutrono delle foglie, mentre le larve attaccano le radici. A questi si aggiungono gli afibi e il lepidottero Etiella zinckenella. In questo caso specifico le larve si nutrono direttamente i legumi, andando a incidere notevolmente la qualità stessa del raccolto. Per finire, concludiamo con il dire che i semi di lenticchie messi in magazzino sono esposti in modo particolari agli attacchi da parte dei tonchi. L’orobanche, invece, può essere aggressiva nei confronti delle lenticchie ma non deleterio e pericoloso come per la fava.
Coltivare le lenticchie è quindi molto semplice.