In questa guida spieghiamo come coltivare i carciofi.
Pianta tipicamente mediterranea, la coltivazione del carciofo non è complessa da realizzare, è sufficiente tenere in considerazione alcuni accorgimenti, che ora vedremo, per produrre in casa ottimi carciofi e creare così una carciofaia che rimarrà in attività per almeno cinque anni.
Iniziamo dicendo che esistono differenti varietà di carciofo, come la mammola, il bianco tarantino, il Paestum, il romanesco e lo spinoso ligure. Generalmente diciamo che possiamo trovare sia carciofi con spine che carciofi senza spine, il primo obiettivo sarà quello di procurarsi la corretta varietà di carciofo da piantare.
Il carciofo può essere seminato, ma il più delle volte si sconsiglia questo metodo visto che ha una bassa percentuale di attecchimento. Più comunemente si utilizzano i carducci, ovvero le gemme che si sviluppano alla base del fusto della pianta. Queste vengono raccolte assieme a alcune radici, in modo che sia più semplice l’attecchimento. I carducci possono anche venire disseccati, caso in cui si chiamano ovuli,
Il terreno preferito dal carciofo è drenato bene e leggero, a medio impasto, mentre il clima ideale per la coltivazione del carciofo è un clima mite con minime non inferiori a 0 gradi e massime non superiori a 25 gradi. Il carciofo necessita inoltre di un terreno ricco di sostanze nutritive, per questo motivo durante la stagione precedente all’impianto di una carciofaia si provvederà a preparare il terreno con letame, con un’operazione di vangatura del terreno, mescolando stallatico maturo, in ragione di 1.5 o 2kg ogni metro quadrato. Ogni anno, poi, si provvederà a aggiungere ulteriore stallatico alla base delle piante.
Il periodo ideale per mettere a dimora i carducci di carciofo varia a seconda del clima della zona nella quale ci si trova, per coloro che vivono in zone fredde, dove le temperature in inverno scendono sotto i 0 gradi, il periodo adatto è la fine dell’inverno inizio primavera, mentre per chi vive in zone temperate il periodo di messa a dimora dei carducci corrisponde alla fine dell’autunno.
Dopo l’interro dei carducci, questi dovranno essere annaffiati adeguatamente, facendo comunque attenzione non si crei ristagno d’acqua. Questa attenzione e si protrarrà per tutto il periodo vegetativo della pianta, il ristagno d’acqua crea infatti marciume radicale. Si dovrà dunque irrigare solamente una volta che il terreno risulti asciutto.
Durante il periodo vegetativo, inoltre, si deve eseguire un’adeguata pacciamatura, ovvero si deve proteggere il terreno con corteccia, paglia, foglie, ecc in modo da limitare la crescita di infestanti, che ovviamente dovranno essere rimosse.
Quanto alla raccolta del carciofo, questa inizia a ottobre e prosegue fino ai mesi di maggio o giugno. In verità, a seconda dalla zona nella quale si vive, vi possono essere delle variazioni nel periodo di raccolta indicato. Ogni varietà di carciofo, inoltre, ha un proprio periodo di raccolta, e ovviamente una differente resa in termini di carciofi, ogni pianta può produrre da 4 a 20 carciofi. Nel raccogliere il capolino del carciofo si deve prestare attenzione a lasciare almeno 5 o 10 cm. di peduncolo per aumentarne la produttività.
Dopo la raccolta dei carciofi, le piante si seccheranno, entrando così in un periodo di riposo, che durerà fino a quando non inizierà un nuovo ciclo produttivo, quando la carciofaia si risveglierà.
Quando alle possibile malattie e parassiti che possono intaccare la carciofaia, come detto la presenza di ristagno d’acqua provoca marciume radicale e anche patologie fungine e lumache. Ancora le carciofaie possono essere attaccate di ratti d’acqua i quali si nutrono delle gemme dei carciofi ma anche gli afidi, la nottua del carciofo, la vanessa, la depressaria possono colpire i carciofi.
Coltivare i carciofi risulta essere quindi un’operazione piuttosto semplice.