La pianta di fico è un albero da frutto originario dell’Asia occidentale. Nella nostra penisola si trova principalmente in Toscana, Campania, Calabria, Puglia e Sicilia, nei frutteti, negli orti, come pianta ornamentale o come pianta per ombreggiare i giardini. L’albero di fico presenta uno spessore buono e può arrivare a altezze anche piuttosto elevate, addirittura fino ai sette o otto metri. Anche le foglie sono larghe, con tre e cinque lobi, hanno una tipica colorazione verde chiaro e sono piuttosto pelose nella parte inferiore.
Tutte le parti della pianta presentano la linfa lattiginosa. I noti frutti, ovvero i cosiddetti fichi, non sono i frutti della pianta, ma delle infiorescenze conosciute come siconi, o fioroni. Quindi, si tratta di falsi frutti, i veri frutti sono degli acheni piccolissimi che si sviluppano internamente all’infiorescenza.
La raccolta dei primi frutti avviene nel periodo compreso tra il mese di maggio e quello di giugno e vengono chiamati con il termine di primi fioroni, che si distinguono per un’elevata pezzatura. La seconda produzione avviene invece nel periodo compreso tra il mese di agosto e quello di settembre e si distingue perché stavolta si tratta di fichi veri ma di una pezzatura decisamente più piccola rispetto ai fioroni. Durante la raccolta si deve prestare attenzione e evitare di distruggere il peduncolo e a rovinare la buccia, dal momento che, una volta giunti a maturazione, i siconi sono molto delicati. La produzione media di una pianta di fico si aggira attorno ai 50 chilogrammi. Le piante di fico che assicurano una produzione due volte all’anno sono dette bifere, mentre quelle che producono solo una volta all’anno sono dette unifere.
Le varietà di fico si differenziano in base a elementi quali la produzione, la colorazione, la forma del frutto e la destinazione del prodotto. Le più importanti varietà coltivate in Italia sono Marchesano, Cantano, Pissaluto, Verdino, Coppa e Arneo. I frutti hanno un colore bianco o verdastro e una forma sferica, appiattita e piriforme allungata. I fichi si possono consumare freschi o essiccati. L’essiccatura prevede l’utilizzo di fichi maturati precocemente, dalla polpa densa e elastica.
Coltivare il fico non è difficile, infatti, non richiede molte attenzioni, tranne che non essere esposto a temperature rigide. Il fico predilige infatti un clima temperato caldo e un’esposizione solare prolungata, e certamente le piogge incessanti e le grandinate sono dannose, soprattutto nella fase della cosiddetta maturazione. Infatti, i frutti risentono del clima e si spaccano, diventando anche acidi. Il fico si sviluppa molto bene anche in terreni sassosi e calcarei, con una buona profondità e con ampia quantità di sostanza organica, mentre non predilige i terreni troppo argillosi o troppo umidi.
La riproduzione del fico può avvenire sia per seme, soluzione scelta molto di rado, che tramite pollone radicato o per talea, questo è un metodo che viene adottato molto frequentemente. Il vantaggio della talea è quello di dare origine a nuove piante con le stesse caratteristiche genetiche della pianta madre, cosa che la riproduzione per seme non garantisce. Si fa invece ricorso all’innesto quando si desidera modificare la varietà di fico da produrre. Il fico non necessita di annaffiature quotidiane, bastano due irrigazioni settimanali nel corso della stagione primaverile e della stagione estiva, preferibilmente da effettuare nelle prime ore del mattino oppure in tarda serata, così da evitare le ore più calde.
La concimazione del fico può essere fatta a fine inverno con concimi a basso titolo di azoto. La prima importante potatura del fico, ovvero quella successiva all’impianto, è detta di formazione. Per eseguirla è necessario effettuare un taglio deciso del tronco a circa 80 o 150 cm dal terreno, a seconda dell’altezza desiderata in futuro. Dopo questo intervento, la pianta non ha più bisogno di essere toccata e potrà crescere liberamente. I successivi interventi serviranno al mantenimento della forma ottenuta. Quindi, si interverrà accorciando i rami troppo lunghi e recidendo quelli secchi e danneggiati.
Il fico non è una di quelle piante che viene molto attaccata dai parassiti. La minaccia maggiore per il fico è la mosca della frutta, un parassita le cui larve scavano delle gallerie all’interno della polpa dei siconi, fino a farli marcire. Pericolose sono anche le cocciniglie, che vanno a attaccare i rami e il tronco dell’albero. Tutte le avversità che possono interessare la pianta di fico si possono contenere con sistemi meccanici, ovvero delle spazzolature de su tronco e branche, oppure con trattamenti con olio minerale da eseguire in primavera.