In questa guida spieghiamo come coltivare il ramolaccio.
Il ramolaccio è una pianta appartenente alla famiglia delle Brassicaceae, la stessa del ravanello. Rispetto a questo, il ramolaccio ha dimensioni maggiori, infatti, il fusto e le foglie possono raggiungere i 40 centimetri d’altezza, mentre la radice, di solito presente in forma allungata, può anche arrivare a pesare 500 grammi. Il ramolaccio è comunque un ortaggio poco conosciuto ma esistono diverse varietà, provenienti dall’Europa, dalle regioni del mediterraneo e dall’Asia Centrale, che si differenziano sia per la stagione di coltivazione che per colore e forma. Le varietà primaverili e estive sono generalmente allungate e hanno polpa soda e bianca, mentre quelle invernali hanno la forma più arrotondata e possono essere bianche, rosse o nere. Tra queste si distinguono il Rosa di Cina, cilindrico e il Nero d’inverno.
Il ramolaccio, noto anche come ravanello d’inverno, è una pianta tendenzialmente biennale, che fiorisce e fruttifica in primavera, si distingue per una buona resistenza ai climi freddi, particolare non indifferente che rende questo ortaggio perfetto da coltivare anche in autunno e inverno.
Risulta essere molto semplice da coltivare, si adatta a diversi tipi di terreno e non necessita di apporti nutritivi, a meno che il suolo non sia particolarmente povero. Risulta essere importante prestare attenzione a alcune tecniche utili per la manutenzione del terreno, per evitare il ristagno, soprattutto per quanto riguarda le varietà tardive, che sono poi quelle che permangono in campo durante le stagioni più umide e fredde. In questi casi si consiglia di coltivarlo in aiuole rialzate di almeno 15 cm rispetto al piano di campagna. In generale, il terreno deve essere soffice, smosso, non argilloso, lavorato in profondità, almeno trenta cm, per favorire un facile sviluppo del ramolaccio.
Il ciclo di coltivazione del ramolaccio dura generalmente quattro mesi, mentre per le coltivazione più tardive va considerato un mese in più. Per effettuare la semina delle varietà estive occorre procedere di solito a fine inverno, quando il terreno non è più soggetto a gelate, e può anche essere rimandata fino a primavera inoltrata soprattutto nelle zone più fredde, dove le estati saranno fresche. Le varietà a raccolta autunnale si seminano a primavera inoltrata, quelle invernali invece alla fine dell’estate. Le piante vanno seminate a file, a una distanza di 30 cm tra di loro, ma è bene ricordare che, dopo il diradamento, da effettuare quando le piantine avranno raggiunto un’altezza di circa 5 cm, occorre lasciare sulla fila uno spazio di 30 cm per le varietà estive e 15 cm per quelle autunnali e invernali.
Un’altra caratteristica positiva di questo ortaggio è quella che non è necessario consumarlo obbligatoriamente dopo la raccolta. Infatti, se conservato in ambiente fresco, il ramolaccio si mantiene inalterato per oltre due mesi. La raccolta, in condizioni favorevoli, avviene dopo soli due mesi dal momento della semina. Il sapore particolare del ramolaccio limita il consumo, anche se non tutti sanno che ci sono molti modi di portarlo in tavola. Il ramolaccio è infatti gustoso cucinato al forno, con rosmarino e salvia, nelle zuppe di pesce o in quelle vegetali, lessato e ripassato in padella o crudo in insalata insieme a carote e radicchio. Un altro metodo di preparazione è quello di tritarlo e metterlo sotto aceto con sale e zucchero.
Coltivare il ramolaccio risulta essere quindi piuttosto semplice.