Il sedano è un ortaggio molto usato nella cucina mediterranea. Il suo nome scientifico è Apium graveolens e era già molto usato dagli antichi greci. Oggi viene usato in cucina per la preparazione di minestre, di brodi e di zuppe. Pianta aromatica per eccellenza, il sedano viene consumato anche crudo, nel pinzimonio.
In natura esistono diverse varietà di sedano, abbiamo il sedano classico con coste e il sedano rapa. Di questo viene consumata la radice. La pianta del sedano è a ciclo biennale, appartenente alle ombrellifere, come il prezzemolo e le carote. La sua coltivazione è tendenzialmente molto semplice visto che il sedano è molto adattabile e non necessita di cure particolari.
Questa pianta ama il clima temperato e teme le gelate. La sua temperatura ideale è intorno ai 20 gradi. Ama molto il sole ma sopporta bene anche l’ombra. Il terreno ideale per la coltivazione del sedano è ricco di sostanze organiche, umido ma senza ristagni.
Prima di piantare il seme, è necessario lavorare molto bene il terreno in profondità in modo da rendere la terra soffice e drenante.
Normalmente il sedano viene trapiantato in terra, va messo subito a dimora visto che la sua crescita, almeno all’inizio, è molto lenta. Quando la pianta avrà raggiunto i 4 o 5 cm potrà essere trapiantata. Normalmente viene usato un doppio trapianto, quando spunta la prima foglia, si sposta il sedano dalla seminiera al vaso e successivamente si sposta dal vaso all’orto.
La semina del sedano in vaso avviene intorno alla fine dell’inverno mentre il trapianto può essere effettuato da maggio fino alla fine di luglio. Molto importante, per la semina di questa pianta, è rispettare una distanza di circa 35×35 cm.
Il sedano ama molto l’acqua, ha infatti origini palustri e non produce frutti se non adeguatamente irrigato. Per questo motivo andrà innaffiata ogni 2 o 3 giorni. Molto importante è la pacciamatura visto che il sedano ama molto il calore e l’acqua. Se non è stata eseguita la pacciamatura, sarà necessario ossigenare il terreno e smuoverlo con zappature periodiche. In questo modo il terreno verrà depurato da eventuali erbe infestanti e sarà reso molto più friabile.
Per rendere il sedano più morbido, è necessario effettuare l’imbianchimento. Questa tecnica viene realizzata usando due fogli di politene graffettati ai lati della pianta. Molto meno usata è la rincalzatura, questa tecnica colturale richiede molto spazio tra le file delle piante. Dopo circa 15 giorni di imbianchimento, il sedano assumerà un colore bianco pallido, grazie a questa tecnica, diventerà tenerissimo. Se non viene effettuato l’imbianchimento, il sedano rimarrà duro e filamentoso. L’imbianchimento ha poi un ulteriore effetto positivo, esso protegge la pianta dalle gelate.
La pianta del sedano può essere colpita da svariate malattie. Una delle più pericolose è la cercospora che si manifesta con macchie che vanno a seccare tutta la pianta. Per combattere questa malattia può essere usato il rame. Essa può essere prevenuta bagnando molto spesso la pianta e tenendo umido il terreno. Anche l’afide nero può attaccare il sedano, questo parassita viene, di solito, allevato dalla formiche che li portano sulle piante. Per questa ragione è molto importante eliminare i formicai che si sviluppano in prossimità della pianta.
Il sedano viene raccolto tra settembre e ottobre. Risulta essere molto importante raccoglierlo al momento giusto prima che la pianta ingiallisca o diventi secca.
In natura esistono diverse varietà di sedano tanto che le piante possono essere divise in tre famiglie. Abbiamo il sedano tradizionale, il sedano rapa e il sedano da taglio.
Per quanto riguarda la raccolta del sedano tradizionale, di esso si consuma solo la parte aerea. Ricordiamo, il monterey, il dorato d’Asti, il verde di Ghioggia e il sedano Golden Boy che fanno parte di questa famiglia.
Il sedano rapa può essere consumato crudo oppure cotto, di esso si conoscono le varietà diamante e il gigante di Praga. Infine, del sedano da taglio si conosce la varietà Safir, di esso si consumano solo le foglie.