In questa guida spieghiamo come coltivare la melissa.
In questo periodo ci si trova a frequentare con assiduità le erboristerie e a scoprire le proprietà di alcune erbe. Una di queste, di cui parleremo nella guida, è la melissa.
Si tratta di una pianta proveniente dalla Turchia e il cui nome scientifico è melissa officinalis. Prevalentemente si trova in paesi che si affacciano sul mediterraneo e, per crescere nel pieno del suo splendore, richiede un clima fresco e poca luce. La pianta è formata da molti fusti, le sue foglie sono ovali e dentate ed ha un profumo simile a quello del limone. Per questo motivo, infatti, è stata per molto tempo scambiata erroneamente con la citronella.
Terminata questa prima descrizione, andiamo a capire perché ha ottenuto tanto successo e il suo consumo è cresciuto in modo esponenziale, diventando la protagonista assoluta di molte tisane serali. I suoi effetti benefici, che rimangono inalterati nel caso in cui la pianta venga colta prima della fioritura, interessano in modo particolare il sistema nervoso e la gestione dello stress. In definitiva, dunque, ci troviamo di fronte ad un tranquillante naturale, che è utilizzato soprattutto per combattere l’insonnia. Questa va consumata preferibilmente sotto forma di tisana, magari in abbinamento con la camomilla.
A questo punto, considerati tutti questi elementi, oltre alle possibili applicazioni in cucina, non è certo un caso sorprendente che la valeriana sia coltivata anche in piccoli orti privati. Se, però, ancora non avete idea di come fare ma desiderate scoprire i segreti per un’ottima fioritura sul vostro balcone o nel giardino di casa, questa guida potrebbe essere utile. Innanzi tutto prendiamo in considerazione il terreno.
Come abbiamo già accennato all’inizio, questa pianta desidera luoghi freschi. Questo, in parole povere, si sintetizza nel bisogno di un terreno profondo e altrettanto fresco. Al contrario, invece, non le dona certo il caldo e l’aridità. In definitiva, però, ci troviamo di fronte ad una pianta forte, piuttosto rustica che non ha bisogno di alcuna concimazione. Questo significa sicuramente meno lavoro di manutenzione per ottenere un’ottima risultato finale. L’altro passo fondamentale è la semina. Questa avviene in primavera. Nello specifico è utilizzato il semenzaio a marzo per poi trapiantare il tutto nell’orto in un periodo successivo. Molto più semplicemente, poi, si può riprodurre solo dividendo i cespi. Un’operazione che si può svolgere in primavera e in autunno.
Abbiamo già chiarito come questa pianta non sopporti in nessun modo l’aridità, il che vuol dire annaffiare frequentemente soprattutto nei mesi estivi. Infatti, affinché si abbia una buona produzione di foglie, si deve garantire una fornitura continua di acqua. Per quanto riguarda, invece, i punti deboli della melissa, questa può essere attaccata dagli afidi. Mentre, per quanto riguarda le malattie, il marciume radicale può rappresentare una grande minaccia. Questo, però, si evita facendo attenzione a non creare dei ristagni in prossimità della coltura.
A questo punto, siamo arrivati alla fase della raccolta e della conservazione. Precisiamo che della melissa si utilizzano soprattutto le foglie e le così dette inflorescenze. La raccolta avviene nei mesi di luglio e ottobre. Per quanto riguarda il tipo di consumo, poi, le foglie possono essere utilizzate fresche. In caso contrario, però, anche l’essiccazione in un luogo fresco è un’opzione da considerare. Inoltre, questa pianta si conserva molto bene anche in congelatore, pronta per essere utilizzata in una tisana rilassante.
Nella cucina vera e propria, però, la melissa può essere utilizzata in freschezza nelle insalate, nelle minestre. Con il suo sapore limonato, infatti, è un chiaro richiamo all’estate e alla sua leggerezza.