In questa guida spieghiamo come coltivare lo scalogno.
Lo scalogno è una pianta biennale appartenente alla famiglia delle Liliacee. La coltivazione è molto simile a quella utilizzata per la produzione di aglio, mentre, in abito culinario, le peculiarità di questa pianta la portano a essere preparata come si è soliti fare con la cipolla.
La coltivazione di questo ortaggio è molto semplice e consente ai consumatori di questa pianta di conservarla durante tutto l’inverno in un luogo fresco e asciutto, per preparare, quando hanno la necessità, piatti sfiziosi d’insalata rustica e di contorni saporiti.
Esistono vari tipi di scalogno, il quale può assumere un gusto più dolce o più acre. Troviamo inoltre scalogno di vario colore, può essere rosa, rosso, bianco e giallo, e di bulbo differente, tondo, irregolare o allungato, come la cipolla. Tra le tipologie più conosciute troviamo lo Scalogno di Jersey, il quale è costituito da una buccia rosacea, da un bulbo corto e rigonfio, e da una polpa venata e poco piccante, lo Scalogno grigio o comune, che ha un bulbo piccolo e di forma allungata, che ha la buccia grigia e un tipo di polpa piccante e soda, lo Scalogno coscia di pollo, il quale è dotato di un bulbo dalla forma allungata e dalla buccia dorata, e lo Scalogno di Romagna, che possiede radici molto lunghe, che ha una forma di fiaschetto allungato e una buccia dorata.
Vediamo nel dettaglio come procedere con la coltivazione dell’ortaggio scalogno
Lo scalogno non è particolarmente esigente per quanto riguarda il tipo di terreno in cui può essere coltivato e la fascia climatica, predilige, però, i terreni sciolti e sabbiosi, che vanno lavorati con cura a diversi centimetri di profondità e uniti al compost organico. Inoltre preferisce il clima temperato, che non deve mai toccare gli zero gradi e scenderne al di sotto, in quanto le temperature troppo rigide possono causare problemi alla pianta, allo stesso tempo, però, non deve mai sfiorare i trenta gradi, che causano l’arresto dello sviluppo di questo ortaggio.
Lo scalogno va solitamente coltivato alla fine dell’inverno, nel periodo che intercorre tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, e seminato a una profondità di circa 3 cm, bisogna praticare delle buche e interrare i semi a una distanza tra loro di circa 35 cm, per consentire uno sviluppo completo e adeguato.
Durante la crescita, questa pianta non teme molto le piante infestanti e le erbacce, per questo non è necessaria una continua pacciamatura, ma basta un controllo periodico, utile anche per drenare il terreno, che deve essere sempre abbastanza asciutto. Il ristagno dei liquidi, infatti, può causare l’insorgenza della peronospora, che causa marciumi, soprattutto durante il periodo di aprile durante il quale aumenta l’umidità. La terra va mantenuta piuttosto asciutta anche grazie alle sporadiche irrigazioni, che vanno praticate raramente e soltanto in periodi di estrema siccità.
Quando il bulbo dello scalogno raggiunge il periodo di maturazione, cioè quando assume un colore giallo e più scuro, può essere estratto dalla terra e lasciato seccare per tutto il periodo invernale come si fa con le cipolle tonde, per poi essere conservato in un luogo fresco e asciutto oppure privato delle foglie, sbucciato e consumato subito.