In questa guida spieghiamo come coltivare l’uva spina.
Da tutte le pagine delle riviste più conosciute, senza dimenticare le trasmissioni dedicate agli argomenti culinari, passa un solo e unico messaggio, l’importanza di consumare frutta e, in modo particolare alcuni tipi come i frutti rossi. Perciò, se avete intenzione di mettere in pratica alcune qualità agricole, questa guida potrebbe fare al caso vostro. In effetti, più che sulle proprietà derivanti dal suo consumo, ci concentreremo sullo svelare tutti i segreti per coltivare con successo il Ribes uva crispa, più comunemente detta Uva spina.
Con questo nome si identifica un piccolo arbusto, noto anche con i nomi scientifici di Ribes uva crispa e Ribes grossularia. Insieme al ribes, al rovo e al mirtillo fa parte del gruppo dei piccoli frutti. La pianta ha l’aspetto di un arbusto spinescente e spogliante di dimensioni ridotte, la sua altezza va da 50 cm ai 170 cm al massimo con differenze secondo la tipologia scelta. Per finire, la chioma ha un portamento espanso, le ramificazioni sono ricoperte da spine lunghe 1cm disposte anche alla base delle foglie.
I fiori, che appaiono nel periodo primaverile, nascono in solitaria oppure raccolti in piccoli gruppi di due, hanno un colore bianco o bianco crema, hanno dimensioni comprese tra 5 e 10 mm. Per quanto riguarda i frutti, invece, possono avere varie colorazioni seconda la coltivazione scelta, per questo vanno dal bianco al giallo chiaro, giallo scuro, verde e bianco. Il loro sapore è dolce, fatta eccezione per alcune qualità che possono avere un gusto acidulo più o meno forte. Le piante di uva spina sono auto feconde, per una buona produzione si raccomanda sempre di coltivare più esemplari.
Come abbiamo già detto, esistono più varietà di uva spina. Molte di queste provengono da paesi europei e dall’Asia, dove risulta essere un frutto abbastanza diffuso. Per maggiore comodità possiamo dividerle in tre gruppi, a seconda della velocità di maturazione. Dunque, abbiamo le qualità tardive, mediamente precoci e precoci. Di qualunque tipo si tratti, però, rimane invariato il periodo d’impianto. Questo, infatti, è sempre previsto nei mesi autunnali. Ovviamente, come nel caso di molte altre piante da frutto, anche l’uva spina ha bisogno di alcune caratteristiche per crescere ed espandersi nel migliore dei modi. Un’attenzione particolare si deve porre nei confronti del terreno che deve essere drenato bene, ricco di sostanze organiche e con una tessitura media. Nonostante questo, però, bisogna dire che la pianta riesce ad adattarsi molto bene anche a terreni con diversi gradi di pH come, ad esempio, in quelli neutri, sub acidi, pH 6, e sub alcalini con valori fino a 7,5. Inoltre l’uva spina tollera anche terreni compatti, definiti spesso come pesanti, ma non mostra la stessa adattabilità nei confronti dei ristagni idrici che portano alla formazione di pericolose malattie fungine.
Un altro elemento necessario, se non addirittura fondamentale, per lo sviluppo della pianta, è l’esposizione al sole. In modo particolare, questo tipo di coltivazione gradisce un’esposizione semi soleggiata in un luogo riparato dalle intemperie. Inoltre resiste molto bene anche a temperature invernali fino a -15 gradi. Nel periodo di dormienza, infatti, queste non causano nessun danno alla pianta e ai suoi frutti. Diverso, invece, è il caso in cui si dovessero presentare delle gelate tardive nel periodo di fioritura o ripresa vegetativa. In questo caso, infatti, la pianta potrebbe subire dei danni. In sostanza, la coltivazione dell’uva spina è praticata con successo a quote di 1500 metri sulle Alpi e a 1700 metri nelle zone appenniniche. In sostanza, la pianta ha bisogno di una lunga esposizione al freddo nel periodo invernale di dormienza, sono, infatti, necessarie dalle 800 alle 1500 ore di freddo sotto i 6 gradi, anche se questo elemento varia da una coltivazione all’altra.
Molto importanti sono anche le tecniche d’impianto. Le giovani piante possono essere allevate fin da subito secondo la forma che più si desidera. Per esempio, se si vuole allevare le piante a palmetta o a cordone, sarà necessario provvedere alla sistemazione di pali di sostegno e di fili verticali esattamente come viene fatto per il rovo. Se, invece, si desidera coltivare poche piante è più semplice e meno impegnativo scegliere la forma di allevamento a cespuglio. Questa non è altro che la forma naturale della pianta e si devono effettuare soltanto tagli limitati alla rimozione della vegetazione vecchia o malata e poco altro. Terminiamo questa guida con il momento più atteso, ossia con quello che è definita la raccolta. I frutti giungono a maturazione nel periodo estivo con differenze in base alla tipologia scelta, ci sono, infatti, quelle precoci e quelle tardive. Il frutto va colto quando è completamente maturo e presenta una colorazione uniforme e intensa. Se si desidera destinare i frutti per la preparazione di prodotti lavorati è possibile raccoglierli anche a non completa maturazione. Per quanto riguarda la conservazione, il congelamento è la tecnica migliore.