Il mirtillo, nome scientifico Vaccinum myrtillus, è una pianta originaria dell’Europa settentrionale, al mondo, esistono circa 130 specie diverse. Risulta essere diffuso soprattutto nelle zone alpine, dove cresce spontaneamente a circa 1000 metri di altitudine, ma viene coltivato anche in zone pianeggianti. Non necessita di particolari cure e i suoi frutti, sia neri che rossi, vengono adoperati in cucina, da mangiare crudi, per preparare marmellate, succhi di frutta, gelatine o per la decorazione di dolci. Ha una buona resistenza al freddo, ma la grandine e le gelate invernali possono causare danni ai frutti e ai fiori della pianta, ragione per cui è consigliabile coltivarla in un luogo riparato dagli agenti atmosferici, compreso il caldo eccessivo visto che la pianta è incline alla siccità.
Il terreno ideale per coltivare la pianta di mirtillo dovrà essere sciolto, drenato bene per evitare ristagni d’acqua e sgombro da piante infestanti, soprattutto dovrà essere acido, con un ph compreso tra 4.5 e 5.5. Nel caso in non si disponesse di un suolo simile, sarà opportuno modificarlo con del terriccio per piante acidofile o correggerlo con l’aggiunta di molta torba, un poco di zolfo e, se il terreno è pesante o argilloso, di sabbia granulosa. Il terreno dovrà conservarsi sempre umido, anche con l’aiuto di interventi di pacciamatura, ovvero di protezione del terreno con paglia, fieno, fogliame o altro materiale simile. La varietà più coltivata è il mirtillo gigante americano, visto che risulta difficile coltivare la pianta partendo dai semi, il consiglio è quello di procurarsi piantine già cresciute e poi trapiantarle in un vaso più grande, tanto profondo da accogliere la voluminosa massa radicale, almeno mezzo metro, o direttamente in giardino.
La procedura è molto semplice, bisognerà scavare delle buche di media grandezza, posizionarvi le piantine con molta cautela così da non creare danni alle radici, e infine ricoprirle di terra. Il periodo dell’anno ideale per la coltivazione del mirtillo è verso fine autunno per le aree del centro sud e fine inverno per quelle del nord Italia, mentre la sua maturazione avverrà nei mesi estivi.
La fruttificazione, che avviene tra marzo e ottobre, necessita di innaffiature costanti, preferibilmente con acqua piovana e non con quella del rubinetto, eccessivamente calcarea, diversamente dall’estate. Risulta essere utile servirsi di fertilizzanti a base di azoto da mescolare al terreno che, in inverno, dovrà essere invece concimato con un fertilizzante ricco di ferro. I rami divenuti improduttivi dopo la fruttificazione, dovranno essere potati ogni anno, servendosi di forbici affilate per praticare un taglio orizzontale alla base del ramo.
I frutti si raccolgono nel periodo estivo, se pronti a essere colti, saranno tutti di colore azzurro o rosso intenso. La procedura richiede pazienza e cautela, per non rischiare di danneggiare le bacche, e, in genere, ci si serve di uno strumento chiamato pettine.
La pianta, come accennato precedentemente, non richiede particolari cure o trattamenti antiparassitari, ma sarà necessario proteggere i frutti dagli uccelli, che ne sono particolarmente golosi, e assicurarsi che il terreno non sia eccessivamente ricco di azoto o troppo calcareo, cosa che potrebbe provocare danni ai germogli e marciume radicale.
Infine, ulteriori raccomandazioni, è importante non potare la pianta durante il primo anno di vita, assicurarsi che le radici abbiano un buon apporto di acqua e non restino a secco, la pianta di mirtillo è incline alla siccità, e evitare di zappare il terreno con lo scopo di estirpare le erbacce, dal momento che la pianta possiede radici superficiali che potrebbero danneggiarsi, quindi sarà opportuno diserbare manualmente.