La coltivazione dei pomodori è molto diffusa e, grazie alla varietà di specie disponibili, è possibile da effettuare sia in un orto tradizionale che in un piccolo spazio all’aperto o addirittura sul terrazzo.
Non tutte le qualità di pomodori devono essere potate, alcune varietà si sviluppano verticalmente e crescono in altezza, altre si arrestano dopo avere prodotto un certo numero di fiori. Sia la varietà di pomodori che la tecnica di coltivazione si differenziano in relazione alle caratteristiche e alle dimensioni del terreno disponibile e all’utilizzo dei frutti.
In genere, il metodo di coltivazione praticato più spesso è quello a sviluppo verticale che, effettuando correttamente sia la potatura che la collocazione degli appositi sostegni, offre ottimi risultati. Questo metodo necessita però di attenzioni particolari, specialmente per ancorare le piante ai supporti, di trattamenti fertilizzanti frequenti e di una periodica potatura. Le piante devono essere disposte in file, meglio ancora se in un’unica fila, a una distanza una dall’altra di una quarantina di centimetri.
La coltivazione dei pomodori a sviluppo verticale necessita di una periodica potatura dei germogli laterali, chiamati femminelle, che si sviluppano dalle basi delle foglie. Questo tipo di operazione, detta sfemminnellatura, si esegue per evitare la produzione di troppe infiorescenze, con il risultato di un numero eccessivo di frutti di qualità più scarsa.
Nel caso di un piccolo orto, la cimatura, ovvero la potatura dell’apice della pianta, non è necessaria, è invece consigliabile utilizzare sostegni più alti e provvedere con un’abbondante concimazione.
La cimatura delle piante di pomodoro consiste nella potatura del germoglio principale, nel momento in cui ha prodotte la quantità di fiori desiderati. Si esegue prevalentemente sulle piante lasciate libere di svilupparsi in altezza, per migliorare la qualità dei frutti e ottenere un raccolto precoce.
Quando la potatura dei pomodori viene effettuata sui germogli laterali, è definita con il nome di sfemminnellatura. Si tratta di una tecnica che permette di ottenere come risultato una pianta dal fusto centrale più robusto e dallo sviluppo prevalente in altezza.
La sfemminnellatura consiste nella potatura delle ramificazioni laterali, che si sviluppano dal fusto principale. Deve essere effettuata sui germogli che raggiungono i 4 o 5 centimetri di lunghezza, con estrema attenzione a non strapparli o sfilacciarli, ma a rimuoverli con un taglio preciso, utilizzando forbici molto affilate e pulite, o direttamente le dita.
I germogli recisi possono essere lasciati a terra in modo tale da arricchire il terreno, mentre i più grossi sono utili per riprodurre la pianta con la tecnica della talea. Una produzione abnorme di germogli è dovuta talvolta alla presenza nel terreno di un eccessiva percentuale di azoto.
La sfemminnellatura deve essere effettuata durante tutta la stagione di fioritura e fruttificazione. Se qualche germoglio sfuggisse alle operazioni, crescendo troppo, non deve più essere reciso ma cimato. La sfemminnellatura è molto importante visto che permette alla pianta di riservare le energie alla produzione dei frutti, evitando di disperderle nel nutrire ramificazioni inutili.
Al contrario, la potatura del fusto centrale della pianta di pomodori è necessaria per limitare l’altezza della pianta e per favorire la crescita dei germogli laterali e la produzione di frutti più grossi. Questa tecnica si chiama cimatura e consiste nell’asportare la parte superiore del fusto, dopo l’attaccatura delle ultime foglie.
Anche in questo caso, è possibile procedere sia con le cesoie che a mano, tuttavia è da preferirsi l’uso delle forbici. La cimatura è una tecnica applicata soprattutto alle specie di pomodori rampicanti, che arrivano a toccare altezze anche notevoli e, se vengono cimate a regola d’arte, garantiscono un’abbondante produzione di frutti. La cimatura viene effettuata di norma all’inizio dell’autunno, lasciando che per tutta l’estate la pianta si sviluppi soprattutto in altezza.
I pomodori si distinguono principalmente in due gruppi, le piante determinate e le piante indeterminate. Le prime sono quelle specie di piante che si sviluppano con una conformazione cespugliosa, non sono rampicanti e si mantengono ad un’altezza limitata. Esistono numerose varietà di piante di pomodori determinate e per la maggioranza sono destinate alla coltivazione di pomodori destinati alla lavorazione industriale e alla produzione di conserve.
Le piante di pomodoro indeterminate sono piante rampicanti, che si sviluppano anche con germogli e ramificazioni laterali. La potatura viene effettuata solo sulle varietà indeterminate, mentre sulle varietà a crescita bassa non è necessaria, in quanto le ramificazioni sono necessarie al corretto sviluppo della pianta e alla relativa produzione di una buona quantità di frutti.
Le varietà di pomodoro determinate non richiedono la sfemminnellatura e la cimatura, per questo motivo vengono impiegate nel contesto della lavorazione industriale, dove risulta essere opportuno ridurre al minimo gli interventi manuali e le operazioni di raccolta sono effettuate nella maggior parte dei casi con attrezzature meccaniche. Si tratta comunque di una specie adatta anche alla coltivazione in orto, visto che riduce il tempo dovuto alla manutenzione e richiede solo piccoli supporti.