La talea è tra i metodi di propagazione più utilizzato, richiede poco impegno e pochi accorgimenti per la buona riuscita dell’operazione. Inoltre, da una sola pianta è possibile ricavare più di una talea e le piante ottenute per talea sono identiche alla pianta madre. Nello specifico, la talea consiste in un pezzetto di pianta, ramo, foglia o radice, che, messo a dimora, genera un nuovo esemplare.
Vi sono diverse tipologie di talea, la talea erbacea, quella semilegnosa e la talea legnosa. La prima viene effettuata durante la stagione estiva, precisamente nei mesi che vanno da maggio a giugno, e risulta essere particolarmente indicata per la riproduzione di piante erbacee, piante perenni e piccoli arbusti. Ci si serve di una parte apicale della pianta che si vuole riprodurre, o anche di un semplice rametto. La talea semilegnosa viene, invece, fatta durante i mesi estivi, viene prelevato un pezzo di ramo che ha già iniziato il processo di lignificazione, seppur giovane, tagliandolo sotto a un nodo. Essa può essere apicale o di fusto, in genere lunga dai 10 ai 15 cm, quando la si interrerà, dopo averla ripulita da eventuali foglioline, sarà bene assicurarsi che vi sia almeno un nodo, visto che da questo si svilupperanno le radici. Differentemente dalla talea erbacea, quella semilegnosa ha più riserva di sostanze nutrienti, quindi resiste di più, a patto che vi sia un grado di umidità buono. Ancora, vi è la talea legnosa che si effettua in inverno, ovvero nei mesi precedenti al risveglio dei boccioli, la parte de talea viene tagliata obliquamente alla base e, dopo un trattamento ormonale, viene interrata in un’apposita cassetta.
La talea nel terreno va inserita delicatamente, scegliendo come substrato del terriccio composto specialmente di sabbia e particolarmente umido: se sprovvisti di una serra, è possibile inserire le cassette in un sacco di plastica trasparente ben chiuso, verificandone così il grado di umidità e appurando se sia corretto o meno.
Meno conosciuta e meno facile da realizzare è la talea di radice, viene praticata alla fine dell’inverno e all’inizio della primavera, prelevando una parte dell’apparato sotterraneo della pianta, pulendolo con cura e estraendone frammenti lunghi circa 10 o 15 cm. Dopo un taglio orizzontale all’estremità superiore e un taglio obliquo in quella inferiore, la talea viene interrata nell’apposito substrato, ad una temperatura di 20 gradi all’incirca e il giusto grado di umidità. In seguito, allo sbocciare delle prime foglioline, segno che le radici si sono formate, si può invasare ogni piantina singolarmente. Ancora, vi è la talea di cactus e di piante succulente, che viene utilizzata perlopiù per piante malate.
Una buona attrezzatura è indispensabile perché la moltiplicazione della pianta riesca. Innanzitutto, è importante servirsi di un coltello affilato per il taglio, o di cesoie in grado di eseguire un taglio netto. Gli attrezzi, naturalmente, devono essere puliti dopo ogni utilizzo. Come accennato precedentemente, per favorire la radicazione della talea, è consigliabile usare ormoni radicanti che ne stimolano lo sviluppo, si tratta di sostanze facilmente reperibili sia in forma liquida che in polvere, in cui va immersa la parte inferiore della talea prima di interrarla. Risulta essere necessario utilizzare, inoltre, contenitori poco profondi, ampi e puliti, così da evitare la presenza di batteri o muffe.
In genere, è utile adoperare un tipo di terreno leggero, arieggiato, e che trattenga una parte di umidità, un miscuglio formato da sabbia di fiume lavata e torba sminuzzata, a cui unire una piccola parte di perlite, in modo da aumentare l’aerazione e una percentuale del 15 o 20% di vermiculite o di corteccia di pino molto fine che contribuisce a trattenere l’umidità. Sarà bene conservare i contenitori in luogo luminoso, non direttamente esposto ai raggi solari, e riparato dal freddo e dal caldo eccessivi.
La talea è quindi semplice.