In questa guida spieghiamo come coltivare i cavolfiori. Il cavolfiore è una pianta appartenente alla famiglia delle Cruciferae Brassicaceae, e viene coltivata in Italia dal Settecento. Il cavolfiore è costituito da un’infiorescenza, detta testa o palla, che è formata da molti peduncoli di fiori e può essere in varie colorazioni, come il bianco, il paglierino, il verde o il viola. Esistono molte varietà di questa pianta, che si differenziano sopratutto per il periodo in cui vendono seminate e raccolte, le precocissime vengono raccolte a ottobre, le precoci nel periodo tra novembre e dicembre, le invernali sono raccolte verso gennaio e febbraio, e le tardive sono disponibili da marzo a maggio.
Il cavolfiore può essere consumato sia bollito che fritto, ma anche arrostito o cotto al vapore. Si può mangiare con la minestra, freddo come insalata, caldo come contorno a un secondo, servito in coppia con altre verdure come le patate, le cipolle e i pomodori, oppure direttamente da solo come un secondo piatto.
Questa pianta predilige i terreni molto freschi e profondi, dotati di un impasto medio non troppo duro e non troppo morbido, e sopratutto il clima mite e fresco, con temperature medie che si aggirano al di sotto dei 20 gradi, visto che, al di sopra di queste temperature, il cavolfiore mostra segni di sofferenza. Non vanno bene tuttavia neppure le temperature troppo basse, che causano addirittura l’arresto della crescita di questa verdura, che deve in seguito essere completamente estirpata e gettata, in quanto non consumabile.
La semina può avvenire direttamente nel terreno, presso dei semenzai oppure anche in vaso, ma questa pratica è sconsigliata. Di solito questo primo procedimento viene portato a termine intorno ai mesi di maggio e di luglio, per le produzioni autunnali, mentre per quelle primaverili, intorno al mese di gennaio.
I semi di questa pianta sono acquistabili presso in negozi specializzati, in bustine già confezionate oppure in grammi su richiesta, per effettuare la semina, bisogna adagiarli con cura all’interno del semenzaio, in buche profonde circa 2 centimetri, coperte poi con uno strato di terra. In seguito è necessario innaffiarli con un innaffiatoio o con uno spruzzino, in modo delicato, per fare in modo di non smuovere troppo il terreno. I primi germogli spuntano di solito dopo una settimana dalla semina, e, alla comparsa della sesta foglia verde, si può procedere con il trapianto, che deve avvenire con attenzione, per non rovinare le radici.
Le piante possono crescere di circa 20 centimetri nel semenzaio e per circa 50 giorni, dopo di che necessitano di essere trapiantate nel terreno definitivo, perfettamente arato e concimato con materiali organici e naturali, e sarchiato, la terra va lavorata abbondantemente e con cura mediante l’utilizzo di una zappa, che le consente di essere arieggiata. Per quanto riguarda l’impasto, esso deve contenere l’argilla, la sabbia, la torba, le pietre e la ghiaia, per favorire il drenaggio dell’acqua, e evitare ristagni, che provocherebbero problemi alla pianta. Per la sarchiatura, bisogna usare un sarchiatore, specifico e reperibile in tutti i negozi di giardinaggio, oppure un rastrello, per eliminare completamente le erbe infestanti.
Durante il periodo di sviluppo e di crescita della pianta, questa necessita di innaffiature frequenti, ma ciò deve avvenire, evitando i ristagni di acqua, che potrebbero provocare, come detto in precedenza, problemi. I funghi che attaccano maggiormente questa pianta sono l’oidio provocato dalla Erysiphe cruciferarum, la peronospora dalla Peronospora brassicae, l’alternariosi dall’Alternaria brassicae, l’ernia delle crucifere dalla Plasmodiophora brassicae, questi funghi vanno assolutamente eliminati con le mani o tagliati con delle forbici o con delle cesoie, e poi gettati ogni volta che spuntano. Tra gli insetti e i parassiti, che colpiscono la pianta, vi sono l’afide ceroso del cavolo, la mosca del cavolo, i lepidotteri, la cavolaia, il maggiolino e la nottua del cavolo, e possono essere combattuti con gli antiparassitari oppure con metodi casalinghi, quali l’abbinamento della coltivazione del cavolfiore, con quella della salvia, del rosmarino, del pomodoro e del sedano.
Il cavolfiore va raccolto quando si nota che la crescita dell’infiorescenza è completata e che quindi non si sviluppa più, bisogna fare un taglio netto lungo il tronco della base, rimuovendo anche le foglie verdi presenti, le quali proteggono l’infiorescenza, consentendole di durare molto più a lungo di quanto farebbe da sola. In ogni caso si consiglia di raccoglierlo in periodi che non coincidano con le grandi gelate o con i periodi molto caldi, di siccità e aridi.
Coltivare i cavolfiori è quindi piuttosto semplice.