In questa guida spieghiamo come coltivare i finocchi. Il finocchio è una pianta erbacea coltivata nelle zone del Mediterraneo e appartenente alla famiglia delle Apiaceae, le piante Ombrellifere. In Italia vengono coltivati tipi di finocchio diversi a seconda della regione e della città, il Gigante di Napoli, il Bianco di Firenze, il Grosso di Sicilia, e molti altri. Risulta essere noto fin dall’antichità per le sue proprietà aromatiche e la sua coltivazione in orto risale circa al 1500. In cucina viene utilizzato come contorno a secondi piatti, in insalate condite con olio e sale, lessato o in pastella per poi venire fritto, ma anche per aromatizzare le castagne, i funghi, le olive e le carni.
Esistono varietà di finocchio detto selvatico e altre di finocchio dolce, coltivate in orto. Il finocchio selvatico è una pianta spontanea, costituita da un fusto ramificato e alto fino a due metri, il nome foeniculum è dovuto al fatto che le foglie di colore verde di questa pianta ricordano molto il fieno. Durante l’estate produce piccoli fiori gialli, che poi si tramutano in frutti, prima verdi e poi grigiastri. Il finocchio dolce coltivato, invece, è una pianta annuale o biennale con radice a fittone, la quale arriva a raggiungere gli ottanta centimetri di altezza.
Il finocchio predilige un clima mite per il suo sviluppo. Infatti, la zona del Mediterraneo, caratterizzata da un clima temperato caldo, è adatta alla crescita di questa pianta. Di solito viene seminato nel periodo estivo e viene consumato sopratutto durante le stagioni fredde. Il terreno da coltivare necessita di un impasto ricco di nutrienti come il letame, che va lasciato a decomporsi nella terra vangata mediante l’uso di una motozappa a circa trenta o quaranta centimetri di profondità. Dopo avere tracciato il primo solco, si deve procedere con il secondo e con la sistemazione delle zolle. Alla fine della procedura la quantità di letame maturo disposto deve essere di circa due o tre chili per ogni metro quadrato di terreno.
I semi si possono interrare nei semenzai o direttamente in piena terra. Se si sceglie la procedura del semenzaio, bisogna togliere le piante quando hanno raggiunto circa i 12 o i 15 cm di altezza, per poi piantarle nel terreno definitivo a una distanza di circa 50 o 60 cm, questo spazio è necessario, nel caso in cui si voglia effettuare una manutenzione periodica avvalendosi della macchina rincalzatrice. Una volta al mese è bene attuare la procedura di estirpazione delle piante più esili e meno vigorose, lasciando quelle invece più rigogliose.
La pianta dei finocchi richiede di essere innaffiata con una certa frequenza, la quale dipende dalla zona in cui viene coltivata e sopratutto dalla stagione, se più fredda o più calda. Naturalmente bisogna evitare di innaffiarla durante le ore calde della stagione estiva e durante le gelate e le temperature più basse della stagione invernale. Durante lo sviluppo della pianta non è assolutamente necessario effettuare una nuova concimazione, in quanto è sufficiente quella svolta prima della semina.
La prima raccolta dei finocchi avviene dopo circa tre mesi dalla semina in orto e risulta essere a scalare, cioè non tutti i finocchi vengono raccolti nello stesso periodo. Infatti intanto si comincia da quelli che hanno raggiunto la giusta dimensione, mentre si attende ancora per quelli che non l’hanno fatto. L’unica parte del finocchio che non è commestibile è la grossa e voluminosa radice che va tagliata.
Per quanto riguarda invece la semina in vaso, bisogna acquistare un vaso abbastanza grande e riempirlo di terra con un medio impasto. La terra va nutrita con sostanze organiche, dopo di che è pronta per ricevere circa quattro o cinque semi, coperti a loro volta di terriccio. A differenza della semina in campo aperto, qui è necessario innaffiare con cautela, avvalendosi anche di uno spruzzino, per evitare di smuovere i semi. Una volta che le prime piantine si sono sviluppate, si può procedere a bagnarle con l’innaffiatoio. Durante le giornate calde della stagione estiva potrebbe essere necessario innaffiare tutti i giorni il finocchio, evitando però le ore particolarmente calde della giornata. Anche per la semina in vaso bisogna estirpare le piantine meno rigogliose, fino a lasciarne anche una per vaso. Si può procedere con il raccolto a circa novanta giorni dalla semina.
Anche il finocchio come molte altre piante è esposto a malattie fungine come per esempio la batteriosi. Risulta essere difficile eliminare questa malattia dovuta al ristagno di acqua, in quanto tale pianta ha bisogno di essere innaffiata con acqua abbondante e anche molto spesso. Tra i parassiti che attaccano il finocchio vi sono le lumache, da cui bisogna proteggere la pianta predisponendo specifiche recinzioni manuali e rimuovendo gli animali manualmente se presenti, se non si desidera ricorrere a prodotti chimici per risolvere il problema.