In questa guida spieghiamo come coltivare gli alchechengi.
L’alchechengi è una pianta erbacea perenne originaria dell’area europea e asiatica, ma diffusa in diverse parti del mondo, America compresa, e nota anche con i nomi di winter cherry e lanterne cinesi. In Italia cresce spontaneamente nelle regioni del centro e del nord, sia in pianura che ad un’altezza fino ai mille metri, generalmente ai confini delle zone boschive e intorno ai sentieri. Ha un’altezza media di circa 60 centimetri, e possiede radici profonde, che le permettono di resistere al freddo dell’inverno e di rinnovarsi a primavera, raggiunge la sua altezza massima in un paio di anni e riesce a durare per periodi anche superiori ai cinque anni. I frutti dell’alchechengi sono commestibili, tuttavia viene coltivata nei giardini, negli orti e sui terrazzi soprattutto a scopo decorativo, per i caratteristici lampioncini rossi e trasparenti che contengono le bacche.
L’alchechengi viene seminato verso la fine dell’inverno, le piantine possono essere messe a dimora quando raggiungono un’altezza di circa 10 centimetri, collocandole ad una distanza di cinquanta di centimetri una dall’altra. La pianta resiste abbastanza bene alle variazioni climatiche, tuttavia potrebbe risentire delle gelate, per questo motivo, nelle regioni più fredde è consigliabile trattarla come arbusto annuale, mentre in serra, in tunnel o in una zona dal clima temperato è possibile gestirle come pianta perenne. Per quanto riguarda il terreno non vi sono regole particolari da seguire, se non che la pianta predilige una terra calcarea, piuttosto drenata e non molto ricca di concimi organici, ad esclusione del periodo della semina, quando un apporto di humus e di composto organico può essere di supporto allo sviluppo delle piantine.
L’umidità del terreno in cui sono stati piantati gli alchechengi è di importanza fondamentale, se il terreno è particolarmente arido, diventa opportuno procedere all’irrigazione, soprattutto durante i mesi estivi. La soluzione ideale è quella di irrigare le piante di alchechengi utilizzando acqua piovana a temperatura ambiente, scegliendo preferibilmente le ore serali, dopo il tramonto, e prestando attenzione a non bagnare le foglie. Se le piantine sono coltivate in vaso, è opportuno rinvasarle ogni anno ed effettuare una leggera concimazione, anche con un normale fertilizzante liquido da aggiungere all’acqua dell’irrigazione. La posizione giusta è in un ambiente luminoso ma con una discreta ombreggiatura, evitando l’esposizione in pieno sole. L’alchechengi è, per sua natura, una pianta piuttosto resistente, non necessita di un’attenzione particolare, e si adatta abbastanza bene agli sbalzi di temperatura. Si consiglia però di controllare la propagazione della pianta, che tende a svilupparsi notevolmente e a diffondersi, occupando tutto lo spazio riservato e infestando talvolta anche il terreno circostante, per controllarne lo sviluppo, è sufficiente eliminare in tempo gli arbusti in eccesso, con l’accortezza di conservarne i semi.
L’alchechengi fiorisce in estate, producendo piccoli fiori di colore giallo chiaro poco visibili, l’aspetto interessante di questa pianta sono invece le bacche, contenute in un involucro molto sottile, formato da una membrana di colore rosso intenso e quasi trasparente, dal magnifico effetto decorativo, che ha portato alla pianta la denominazione di lanterne cinesi o lampioncini cinesi. Le bacche, che si trovano all’interno dei lampioncini, costituiscono l’unica parte commestibile di questa pianta. Le bacche dell’alchechengi sono ottime al naturale, caramellate o in confettura, con un gusto dolce e aspro al contempo che si avvicina a quello dei frutti di bosco. Sono pronte verso la fine di luglio, e maturano per tutto la durata dell’autunno. Essiccate, possono essere conservate anche sottaceto o in salamoia. In giardino, l’alchechengi viene coltivato soprattutto per la bellezza dei suoi frutti, realizzando bordure decorative e ravvivando l’orto domestico.
Per riprodurre gli alchechengi è possibile seminarli, oppure utilizzare la tecnica della divisione. I semi devono essere separati dalla pianta e conservati ricoperti di sabbia fino alla primavera seguente, per poi essere lasciati germinare in terriccio misto a torba. La divisione può avvenire anche in tarda primavera, separando alcune parti di pianta della lunghezza di una decina di centimetri, includendo una parte di radice, mettendole direttamente a dimora in un luogo ombreggiato e irrigandole regolarmente fino all’attecchimento.
L’alchechengi è una pianta molto resistente, tuttavia può essere colpita da alcuni parassiti che possono danneggiare le foglie e influire sullo sviluppo e sulla fioritura, i più frequenti sono l’altica, che provoca erosioni e disseccazioni delle foglie, la leptinotarsa juncta, che tuttavia è poco diffusa, i comuni afidi e il ragnetto rosso. Le radici possono essere soggette a muffe e marciture, per tale ragione occorre verificare sempre che il terreno sia correttamente drenato. Se trattato con attenzione, l’alchechengi garantisce una lunga durata e offre un’abbondante produzione di bacche avvolte da splendidi lampioncini rossi.