In questa guida spieghiamo come coltivare il mandarino.
Il mandarino è un agrume con un origine da collocare in Asia orientale, viene coltivato in modo particolare nel Mediterraneo, ma anche negli Usa e nella parte meridionale dell’Africa ci sono coltivazioni di qualità pregiata. In Italia la coltivazione principale avviene in Sicilia e Calabria e le varietà più importanti sono quelle che vengono chiamate con il termine di Avana o Palermitana.
Il mandarino è un piccolo albero sempreverde, che da adulto raggiunge anche i due metri di altezza, ha foglie piccole e di colore verde scuro, i suoi fiori sbocciano in primavera, sono profumati e sono posti in cima ai rami, singoli o in corimbi che possono contare fino a cinque fiori.
I frutti, che sono i mandarini, durano dall’autunno fino all’inverno, per un periodo di tempo abbastanza breve, i mandarini sono di piccole dimensioni, di colore chiaro e spesso hanno la buccia quasi staccata dalla polpa. Gli ibridi, come le clementine e i mandaranci, non hanno il tipico gusto del mandarino, ma piuttosto quello delle arance.
Il mandarino ha bisogno di essere esposto per grande parte della giornata ai raggi solari. Per questo la pianta è considerata a tutti gli effetti una pianta tropicale, in quanto per crescere rigogliosa ha bisogno di un clima molto caldo e di inverni non troppo rigidi. Anche il vento può provocare danni alla coltura, per questo nelle zone ventose è consigliabile coprire la chioma con appositi teli per prevenire sfregamenti e rotture dei rami. La sua coltivazione deve avvenire in terreni sciolti, particolarmente permeabili.
Per coltivare con ottimi risultati il mandarino è importante tenere presenti alcune semplici regole, fondamentali per un corretto sviluppo della pianta. La piantagione è un’operazione da svolgere nella prima parte della stagione invernale e va fatta in un certo modo. Innanzi tutto occorre scavare delle buche piuttosto profonde, distanti fra loro almeno quattro metri e da disporre in file o a gruppi. Concimare bene il terreno con del letame e utilizzare, se necessario, i diserbanti per togliere le erbe infestanti. Poi si procede alla zappatura del terreno, da svolgere intorno alle piante e da eseguire almeno tre o quattro volte nel corso dell’anno. La zappatura è indispensabile per evitare che si formi sporcizia nel terreno e per conservare il terreno morbido e soffice, così da permettere all’acqua di passare.
Per quanto riguarda l’irrigazione, la pianta di mandarino deve essere innaffiata praticamente ogni settimana. Durante l’operazione occorre però stare attenti a non esagerare e a non fare arrivare l’acqua anche alla radice degli alberi. L’innaffiatura deve regolare e non troppo abbondante, condizione necessaria per ottenere una buona fruttificazione e una maturazione dei frutti in modo regolare.
Anche la potatura è un’operazione piuttosto delicata e importante, che deve dare alle piante dei mandarini la tipica forma a ombrello. Per una potatura perfetta, vanno eliminati tutti i rami secchi durante la stagione invernale rimuovere poi sistematicamente i succhioni.
La moltiplicazione, nella maggior parte dei casi, si verifica sfruttando la tecnica dell’innesto su arancio amaro.
La classificazione delle piante di mandarino non è semplice, e non è stato facile attribuire i vari agrumi a specie e varietà, in quanto, la maggioranza sono ibridi. Come i limoni, i mandarini sono piante che si sono ibridate, forse naturalmente, diverse centinaia di anni fa. Solo attraverso lo studio delle piante i botanici hanno potuto fare chiarezza e oggi si ritiene che siano tre le specie originarie di agrumi, da cui sono discese nel tempo tutte le altre tramite ibridazione. Le tre specie originarie di agrumi sono il mandarino, il cedro e il pomelo. In italiano, con il termine mandarino, si indica il Citrus reticulata e tutte le varietà da esso derivate, ma anche gli incroci con arance di ogni tipo, che andrebbero chiamate mandaranci o clementine, da qui si capisce come la definizione è piuttosto complessa.
Tra i parassiti vegetali che possono attaccare la pianta di mandarino possiamo citare il cosiddetto Mal secco e la carie del legno, che sono anche la maggiore fonte vegetale di attacco alla pianta. Tra quelli animali invece possiamo citare le pericolose cocciniglie, gli afidi e le mosche e gli acari.
La coltivazione del mandarino è quindi semplice seguendo le indicazioni messe a disposizione.