In questa guida spieghiamo come coltivare la lavanda.
Pianta aromatica mediterranea, la lavanda è una pianta perenne particolarmente apprezzata sia per il suo colore, che per il suo profumo intenso e fresco. Queste due caratteristiche la rendono una pianta particolarmente adatta anche a fini ornamentali, oltre che per dare profumo ad armadi, cassetti e biancheria.
Esistono varie tipologie di lavandula latifolia, le più comuni, in Italia, sono la lavandula angustifolia, che si riconosce per avere spighe fiorali piuttosto piccole, e lavandula lanata, che possiede una infiorescenza particolarmente grande.
Trattandosi di una pianta tipicamente mediterranea non richiede grandi attenzioni, in termini di terreno o di esposizione al sole, è sufficiente fornirle un terreno drenato bene e un’ubicazione soleggiata o a mezzombra.
Ovviamente, un terreno leggero e ricco di sostanze nutritive sarà perfetto per lo sviluppo di questa pianta: a tal fine, per chi si accinge a seminare lavanda, è opportuno, già nell’inverno precedente, preparare il terreno con una operazione di vangatura, mischiando circa 2,5kg di stallatico maturo ogni metro quadro.
La moltiplicazione della lavanda più avvenire per seme, semplicemente piantando i semi in primavera, appena terminano i rigori invernali, è però possibile anche moltiplicare la lavanda per talea. In questo caso si deve già nell’autunno precedente prelevare dei rametti legnosi di lavanda e porli a radicare in vasi riempiti di sabbia e torba in parti uguali e sul fondo dei quali si sarà creato uno strato drenante con cocci e si avrà riposto un poco di letame o del concime in grani a lenta cessione. Se si vive in una località dove durante l’inverno non ghiaccia, le talee potranno essere piantate anche direttamente nel terreno. La primavera successiva le talee si trasformeranno in piante aventi le stesse caratteristiche delle originarie, cosa che invece non avviene con la riproduzione per seme, che generalmente genera ibridi.
Nel periodo iniziale, dopo avere seminato la lavanda, si dovrà innaffiare usando una doccetta, in modo da non smuovere o lavare via i semi, successivamente, durante il periodo primaverile sarà sufficiente innaffiare un paio di volte al mese, mentre nel periodo estivo si dovrà innaffiare una o due volte la settimana. Comunque, affinché la pianta non si ammali, si dovrà sempre assicurarsi che prima di innaffiare il terreno sia ben asciutto da alcuni giorni.
Durante il primo periodo di crescita delle piante si dovrà provvedere allo sfoltimento delle stesse, eliminando quelle più esili. Successivamente, invece, durante il periodo vegetativo si dovrà provvedere a potare le piante, affinché le stesse acquisiscano la classica forma a cespuglio. A tal fine si effettua la cimatura, ovvero si tagliano i rametti delle piante a 1/3 della loro lunghezza.
Quanto a concimazione, in aggiunta a quella invernale, durante il periodo primaverile e in particolare quello estivo è bene concimare la lavanda con del concime liquido a base di azoto circa una volta ogni mese e mezzo. Allo stesso modo, ogni mese o mese e mezzo, è opportuno eseguire operazioni di sarchiatura e zappettatura, al fine di ossigenare il terreno e per estirpare le piante infestanti, evitando così l’uso di prodotti chimici.
Se si seguiranno le indicazioni sopra esposte, e in particolar modo se si farà attenzione a non lasciare ristagni d’acqua, non si avranno problemi in termini di malattie: la lavanda infatti è una pianta molto resistente. Nel caso vi sia eccesso di acqua, invece, potrà apparire il marciume delle radici, che si combatte con apposito fungicida, dopo comunque avere rimosso le cause dell’insorgenza del problema
Durante tutto il periodo vegetativo si potranno raccogliere i rametti della lavanda e qualora appesi a testa in giù in un ambiente secco e ben arieggiato potranno essere lasciati essiccare, per poi farne dei sacchetti al profumo di lavanda da riporre in armadi, mobili e cassettiere, oltre che in casa per dare profumo ai locali.