La pianta della menta appartiene alla famiglia delle Erbacee, precisamente a quella delle Labiate. Essa, il cui nome scientifico è Mentha, è molto nota sin dai secoli più antichi, dove era utilizzata come pianta per aromatizzare i pasti.
La menta è presente in maniera massiccia sia nel bacino del Mediterraneo sia in Asia, in questa zona, infatti, è particolarmente usata per la preparazione di decotti, infusi per favorire la digestione oltre che preparati liquidi dalle proprietà rilassanti e antisettiche.
La pianta di menta è semplice da coltivare, anche in casa, per le sue doti di resistenza e durata, a tale punto da essere ritenuta dagli esperti una pianta di tipo infestante. Essa si adatta a tutte le tipologie di condizioni climatiche, sia quelle più secche sia quelle maggiormente umide. La cosa importante è che questa pianta sia posta in terreni molto drenati, ricchissimi di sostanze organiche. Per fare un esempio di terriccio ideale, basta pensare a quello già concimato, molto ricco sia di potassio che di azoto e fosforo. Si consiglia di evitare, invece, tutti quei terreni ricchi di argilla o comunque eccessivamente pesanti, i quali limitano il giusto drenaggio dei liquidi di cui la pianta ha bisogno.
La menta è un’erbacea che può essere piantata sia per semina che per talea. Nel primo caso, esistono in commercio apposite bustine di menta i cui semi, una volta posti nel terreno durante la stagione primaverile, nascono dopo poche settimane. La modalità per talea, però, rimane quella più consigliata. Ossia acquistando le classiche piantine in vendita anche nei supermercati. Esse vanno poste a trapianto in un vaso oppure direttamente a terra. Per la menta, infatti, è più semplice riprodursi per talea degli apici vegetativi. Questi ultimi devono essere recisi con delle forbici affilate e accuratamente disinfettate, precisamente durante i mesi di marzo ed aprile oppure verso la fine del mese di settembre e l’inizio di ottobre. Ottenute le talee di menta, esse vanno apposte nel terreno in buche di piccole dimensioni, facendo attenzione a ricompattare il terriccio al termine di questa semplice operazione. Nel momento in cui la pianta produce i primi germogli, va spostata in un luogo luminoso.
L’innaffiatura della pianta di Menta dovrà essere meticolosa e regolare, per fare in modo che il terreno sia sempre umido a sufficienza. Per quanto riguarda la concimazione della menta, essa va compiuta ogni due o tre anni nella stagione primaverile, utilizzando un apposito concime ricco di potassio, azoto e fosforo, acquistabile dal fioraio. Per ridurne la produzione di foglioline, è possibile eliminare le infiorescenze in eccesso, avvalendosi sempre di strumenti affilati e ben disinfettati. Le foglioline secche ed i rametti possono essere eliminati a mano, con delicatezza.
La raccolta della menta in genere si svolge in piena estate, periodo ideale per chi vuole foglioline ricche di mentolo e oli essenziali. Precisiamo che le foglie devono essere raccolte assieme ai piccioli e possono essere utilizzate sia fresche, oppure lasciandole essiccare all’aperto per poi destinarle ad infusi, tisane o preparazioni culinarie.
La pianta di menta può essere attaccata da numerosi insetti, tra cui in picnidi che si insediano sullo stelo, sulle foglie e sui piccioli, provocando nella pianta la cosiddetta ruggine della menta. Questa, molto frequente, consiste nell’ingiallimento delle foglie, generalmente presente nelle zone con un clima eccessivamente umido. Altri tipi di malattia cui può andare incontro questo tipo di pianta, sono il marciume delle radici, per i motivi cui accennavamo prima e la comparsa di funghi, sempre a causa di eventuali ristagni idrici. Altri insetti che possono attaccare la menta sono gli afidi, i coleotteri, gli acari, tutti eliminabili mediante appositi parassitari.
Coltivare la menta è quindi molto semplice.