La coltivazione della patata può essere tranquillamente effettuata nell’orto di casa trattandosi di una produzione non troppo complessa da eseguirsi. Anche se si tratta di un tubero di origine sud americana, la patata è ormai presente in Italia da molti secoli e è diventata parte integrante della cucina italiana.
Esistono differenti varietà di patate, le due principali sono quelle a pasta gialla, che possiedono una polpa compatta, e quelle a pasta bianca, che risultano essere più farinose. Le prime sono ideali per essere fritte mentre le seconde si prestano a preparazioni più complesse come crocchette e gnocchi.
La patata è un tubero in grado di vivere a tutte le latitudini, anche se predilige zone climatiche che presentano inverni rigidi e temperature miti in primavera, estate e autunno. Sono piante che al contempo amano l’acqua e la temono, visto che possono ammalarsi in presenza di ristagni d’acqua, per questo motivo è necessario che il terreno nel quale si va a piantare le patate sia drenato bene, possibilmente fertile e leggero.
A tale scopo nella stagione invernale si provvede a preparare il terreno vangandolo fino a una profondità di 30/35 centimetri e fertilizzandolo con del letame in ragione di circa 2kg ogni mq di terreno.
Le patate vengono piantate nel periodo che va dalla fine dell’inverno e fino all’inizio della primavera, in fase di luna calante, per coloro che seguono le fasi lunari. A essere piantati sono i bulbi stessi delle patate, conservati dall’anno precedente e lasciati in una zona buia per fare in modo che germoglino. Generalmente si piantano i bulbi più piccoli, dal peso compreso tra 40 grammi e 60 grammi, mentre i bulbi più grandi solitamente vengono tagliati in due, facendo attenzione che ognuna delle due parti in cui viene tagliato abbia almeno un germoglio.
I tuberi vanno interrati a una profondità di circa 15 centimetri e disposti lungo delle linee distanziate tra di loro di circa 70 centimetri. La piantumazione si effettua scavando i solchi, o delle buche o utilizzando un punteruolo grazie al quale si possono realizzare delle buche dove mettere a dimora i tuberi.
Le patate così piantate vanno irrigate costantemente ma pur sempre senza che si creino ristagni d’acqua, quante volte irrigarle dipende dal terreno e dalla zona climatica. In alcune zone potrebbe essere necessario anche irrigarle un paio di volte alla settimana. In ogni caso si irriga quando il terreno è asciutto.
Se si è proceduto alla fertilizzazione del terreno con letame durante l’inverno non è poi necessario fertilizzare durante l’anno, diversamente si dovrà intervenire in supporto delle piante, particolarmente se su quel terreno si sono coltivate patate negli anni passati. Si deve invece mantenere pulito il terreno, con operazioni di sarchiatura e rincalzatura, per estirpare le erbe infestanti ed ossigenare il terreno stesso.
Le patate si raccolgono verso la fine della stagione estiva e più specificamente quando la pianta risulta secca e la buccia dei tuberi non si toglie, qualora strofinata energicamente. In modo simile a quando si vanga, si portano in superficie le patate, usando una forca e prestando attenzione a rovinarne il meno possibile. Quindi si lascia qualche giorno ad asciugare le patate affinché queste possano essere adeguatamente conservate.
Qualora non ci siano ristagni d’acqua, difficilmente le patate si ammaleranno di funghi: la più comune patologia fungina è l’alternariosi, che si manifesta per mezzo di macchie scure presenti sua sulle foglie che nei tuberi.
La doriflora, invece, è il peggiore tra i parassiti che possono attaccare le patate, si tratta di un insetto lungo circa un centimetro e che si caratterizza per avere il dorso zebrato e di colore giallastro. Risulta essere un insetto in grado di danneggiare l’intera coltivazione di patate e dal quale ci si difende con un pesticida a base di polvere di piretro.
Coltivare le patate è quindi semplice.