Prima di addentrarci nella coltivazione dei lamponi, scopriamo, nello specifico, quali sono le caratteristiche di questa pianta dai frutti saporiti. Il lampone, il cui nome scientifico è Rubus idaeus, appartiene alla famiglia delle Rosaceae. Questo arbusto trova le sue origini nelle zone dell’Europa centro settentrionale e nelle zone alpine.
Il lampone è un frutto particolarmente conosciuto sia per il suo utilizzo in ambito culinario, nella preparazione di marmellate, dolci e macedonie, sia per le sue proprietà. Questo frutto, infatti, è ricchissimo di vitamina C. In natura esistono numerosissime varietà di lamponi, differenti sia per la loro grandezza sia per le sfumature di colore, dal rosso scuro al rosa, dal violaceo al porpora.
Procediamo a analizzare quali sono le condizioni affinché si possano coltivare i lamponi. Innanzitutto è opportuno che la scelta della coltivazione di questi arbusti, ricada in un territorio accompagnato da un clima particolarmente fresco, come può essere quello che generalmente troviamo in montagna ma anche in collina. Il clima deve essere, inoltre, soleggiato e arieggiato, accompagnato da frequenti rovesci non violenti per fare in modo che il terreno si mantenga sempre umido e non vada mai incontro alla siccità.
Il terreno ideale per la coltivazione dei lamponi non deve essere molto duro, esso deve presentarsi moderatamente soffice, ricco di sostanze organiche e fertile. Una caratteristica indispensabile del terreno, inoltre, è che non sia troppo compatto, in questo modo saranno impediti possibili ristagni idrici che a lungo andare favoriscono la nascita e la proliferazione di batteri fungini. Il terreno ideale per questo frutto, infine, deve essere lievemente acido, nello specifico deve avere un ph del valore pari a 5. Questo può essere misurato con uno strumento chiamato piaccametro, acquistabile in farmacia oppure nei negozi di giardinaggio.
La coltivazione del lampone per via seminale è molto complessa, tanto che di solito si procede alla riproduzione per talea. Per compiere questa operazione, è necessario procurarsi un numero sufficiente di polloni sani e forti da poter mettere a dimora nel terreno. Si definiscono polloni, quei rami che nascono alla base della pianta che vogliamo fare riprodurre, oppure quelli che nascono sulla radice o sul tronco. Per procurarceli, basta compiere un taglio netto e deciso sulla zona in cui sono impiantati tali polloni, avvalendosi di forbici affilate e precedentemente sterilizzate con alcool. In tal modo non si rischierà di danneggiare in alcun modo la pianta dalla quale abbiamo ricavato i polloni.
La riproduzione per talea è consigliata durante il periodo autunnale, momento dell’anno in cui le foglie della pianta del lampone iniziano appena a ingiallire. La disposizione delle piante di lamponi avviene per file dove, in precedenza, saranno stati apposti i filari, supporti sui quali le piante possono arrampicarsi. Attorno ai filari, è consigliato compiere dei solchi non troppo profondi nei quali sistemare letame e cenere ricavato dall’accensione della legna, così da concimare in maniera naturale il terreno. La raccolta dei frutti del lampone va compiuta durante tutti i giorni dei mesi estivi, ma mano che i frutti sono maturi essi devono essere eliminati dalla pianta visto che la loro composizione zuccherina è facilmente attaccabile da volatili e insetti. Il frutto va staccato a mano tirando in maniera leggera e delicata verso il basso.
La pianta del lampone è spesso soggetta all’attacco di parassiti tra cui gli afidi e l’antonomo dei fiori. Ciascuno di essi causa la caduta dei frutti ancor prima che siano giunti a maturazione. Il lampone, inoltre, teme anche numerose malattie fungine, quali ad esempio la muffa grigia che provvede ad attaccare i frutti non appena sono completamente maturi.